scritto da Sorbole sul newsgroup it.discussioni.animali.cani
Non molto tempo fa, in un paese non molto lontano, viveva un cane baffonechiamato Amedeo, che si era scelto come amico un uomo chiamato Denis. A dir
la verità Denis, come tutti i suoi simili, pensava che sono gli uomini che
si scelgono i cani come amici; ma come tutti i cani, Amedeo sapeva che le
cose stanno assai diversamente. I due giovani scapoli avrebbero forse
continuato ancora per molto tempo a vivere nella loro incantevole casetta se
ad Amedeo non fosse capitato un piovoso giorno d'autunno di leggere i
newsgroup. Egli stava appunto curiosando sul computer, per vedere quello che
facevano gli altri animaletti in giro per il web. Denis era un compositore
di favole per cagnolini e quando sedeva al computer ridacchiando su qualche
bozza o improvvisando qualche racconto di solito si dimenticava delle cose
così poco importanti come cucinare i biscotti o imbottire le cucce di
cuscini. "Questa situazione è insostenibile" - pensava Amedeo - "Qui bisogna
fare qualcosa". D'improvviso ebbe il lampo di genio. "Ecco di che cosa
abbiamo bisogno! Devo assolutamente trovargli una moglie!" - pensò Amedeo.
"Preferibilmente ordinata, che sappia cucinare biscotti e che non abbia
altri cani". "Questa sembra proprio fare a caso nostro" - concluse Amedeo
armeggiando con MSN. La settimana seguente, sul viaggio di ritorno da un'
esposizione dove Denis era commissario di ring, Amedeo inscenò una fuga e
costrinse Denis a scendere alla stazione di Rogoredo. "Fermati, Amedeo!!!"
urlò Denis - ma questi imboccò la porta della stazione e si lanciò fuori
rincorso dall'amico. "Amedeo!!!" gridava Denis. "Aspettami!". Ma il cane non
lo ascoltava, correva, guardava per ogni dove, si slanciava per le strade di
quartiere e si addentrava nei cortili privati delle case. A un tratto,
finalmente, la trovò. La ragazza sedeva su una sdraio in balcone leggendo e
tre morbidi gatti le stavano accucciati accanto, osservando gli uccellini
sugli alberi. Amedeo capì che il momento era favorevole, purché avesse
saputo approfittarne. "Non posso certo contare su Denis!" pensava. "Devo
pensarci io". Amedeo guidò il suo amico lentamente al centro del giardino.
La ragazza alzò gli occhi dal libro e i gattini diedero un'occhiata
sospettosa al cane. Svelto Amedeo sottrasse il cappello a Denis e incominciò
a farlo ruzzolare per il prato. "Amedeo! Pazzo d'un cane!" - gridò Denis.
"Su, fai a modo, riportalo subito qui!". Ma il cane continuava il suo gioco
e infine scappò con il cappello su per la rampa delle scale. Il piano di
Amedeo comunque funzionava: finalmente la ragazza aveva visto Denis e
siccome aveva un fisico non indifferente, pensò che casualmente sarebbe
scesa a fare due passi. "Vieni via, vecchio sciocco" - disse Denis
raggiungendo Amedeo nella tromba delle scale - "torniamo a casa. Stai
diventando un vero briccone. Perché ti agiti tanto? Che cosa ti sta
succedendo?" La ragazza intanto li aveva incrociati scendendo le scale. Fu
allora che Amedeo volle tentare l'ultimo mezzo disperato. Corse verso la
ragazza, le girò intorno, poi tornò indietro e girò intorno a Denis legando
insieme i due col guinzaglio.
"Mi scusi. mi dispiace. io. - cominciò a balbettare Denis, mentre entrambi
si sforzavano di tenere l'equilibrio, ma a un tratto si fermò e prese ad
agitare le mani su e giù.
"Miiiiiiiiiiiiiiiiiii !!!!!! Non ci posso credere!!! Superelle!!!!!" "E tu
sei Denis!!! " - disse lei. "ti leggo sempre anche su hobby cucina" - "e io
ho tutte le riviste su cui scrivi!".
Amedeo non poteva credere alle sue orecchi: in un modo o nell'altro il suo
piano aveva funzionato. "Non si sa mai come va a finire" pensò "quando si
tratta di esseri umani, o meglio di esseri femminili". La miciastra sdentata
e asmatica lo stava guardando in un certo modo. "Mi spiace, bambola, sono
castrato." tagliò corto Amedeo. La gatta si dileguò.
In seguito gli animaletti e i loro amici presero a frequentarsi sempre più
spesso e la conoscenza si trasformò in un caldo affetto. Amedeo seppe che il
nome della ragazza era Laura e che i gattini si chiamavano Dallas, Dynasty e
Melly. Non molto tempo dopo Laura e Denis si sposarono e questo nuovo stato
di cose piacque moltissimo agli animaletti. nei primi mesi la vita nella
loro casetta trascorse serena senza avvenimenti.
Poi, in una notte di settembre scura e tempestosa nacque di un piccolo
bambino. Fu allora che si sentì una brusca frenata e tra il balenare di un
lampo e il brontolio di un tuono, la severa signora fece il suo ingresso,
lasciando una gran quantità di bagagli sulla soglia. Amedeo e gli altri
animaletti cercarono di tenersi alla larga. "E allora? E' nato? a che ora?
Quanto pesa? ha i capelli? quanto è lungo? la Laura ha sofferto molto? Non
penserai di farlo dormire lì? Ma non avrà freddo? Ma non gli dai il
succhiotto? Secondo me mangia poco. Ma non si tiene così. Non farlo dormire
a pancia in su che rigurgita. Ma non sarà allergico al tuo latte? E non
usare quella marca di pannolini lì che inquinano. E che cosa ci fa qui
questo animale? Giù dal letto! Coprirai di pulci il bambino! Sciò! Povero
Amedeo. Fu cacciato via dalla camera fin giù nel vestibolo. Che cos'è un
vestibolooo? E checcazzo ne so? E' scritto così sulla versione originale.
Mentre Amedeo scendeva tristemente la scala, la nonna vide, vicino alla
culla un subdolo cesto. Le sembrava strano e gli si avvicinò cautamente. Ne
uscì una zampa bianca e blu che la graffiò a tradimento. Fece un salto
indietro ma dall'armadio sbucarono due enormi gatti. gatti. insomma. più che
gatti sembravano degli elefanti pigri e geneticamente schiacciati sul muso.
Tant'è che non gli si poteva nemmeno mettere la museruole e non c'era
bisogno che scappassero allo zoo per farsela levare dal castoro. E quindi,
stando così le cose la favola non può continuare oltre perché la nonna ha
già perso in partenza. Arresasi all'evidenza nonna Endora fece le valige e
partì in tassì il giorno stesso (incrociamo le codine!). E vissero tutti
felici e contenti.
ah.
. dimenticavo ..
In segno di buon auspicio, il piccolo umanino fu chiamato Valerio Amedeo
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