Autore ignoto
Tu sei, o mio padrone, il mio Dio, e come Dio ti prego e ti servo in umiltà.
Dammi il tuo sguardo, la tua parola, il tuo affetto.
Se non ti comprendo, ripetimi il tuo comando senza ira, senza battermi.
Acqua pura e cibo modesto, in vasi puliti, sono la mia salute.
Un angolo al riparo dai venti e dalla pioggia, che conosca il sole anche se devo stare legato, ciò mi basta, ma fai che la catena sia lunga da permettermi il movimento.
Per premio, permettimi qualche volta la libertà fra l'erba, che è la mia medicina.
Affidami solo alle persone che conosci e che stimi.
Mettimi sul collare il nome e l'indirizzo della nostra casa, perché s'io mi smarrissi, possa esserti reso e non finire in mani spietate.
Non scacciarmi se divento vecchio e malato, o se più non ti posso servire.
Se non puoi tenermi e curarmi, procurami tu stesso una buona morte, dopo un'ultima carezza.