scritto da Denis Ferretti

Il periodo dell'ordinamento gerarchico è la fase in cui il cane riconosce e

fissa la sua posizione all'interno del branco. Verso i cinque-sei mesi, i

giovani lupi iniziano a seguire il capobranco nelle cacce, per apprenderne

le tecniche e, allo stesso tempo, perdono la loro condizione privilegiata di

cuccioli, dovendo imparare a rispettare le gerarchie del branco.

Il cane, in questo periodo, trova la propria posizione nel "branco" umano.

Per prima cosa inizia a riconoscere chi sono i componenti della famiglia,

comportandosi in modo differente con gli estranei. In secondo luogo

differenzia il suo comportamento nei confronti dei diversi membri della

famiglia:

protettivo con i bambini, sottomesso all'adulto o agli adulti su cui fa

riferimento, indifferente ma tollerante con tutti gli altri. La composizione

del branco lupino è tendenzialmente stabile. Certo ci possono essere

cambiamenti, dovuti alla nascita di nuovi cuccioli, alla morte di qualche

elemento del gruppo, o anche a modificazioni della gerarchia, con scissioni

e ammutinamenti. Ma in linea di massima tutti i comportamenti sono volti al

mantenimento dei legami del branco. Un lupo che si ritrovasse senza branco,

perché cacciato o perché unico superstite, dopo un breve periodo di

solitario vagabondaggio ed evidente disagio, immancabilmente finisce per

cercare l'inserimento in un altro branco. Se viene cacciato o aggredito, non

si arrende. Subisce, ma rimane nei paraggi e gradualmente si avvicina con

fare estremamente sottomesso aspirando a essere accettato come "ultimo"

della scala gerarchica. A volte il tentativo va a buon fine.

Il cane abbandonato si comporta allo stesso modo.In un primo

periodo,vagabonda spaesato alla ricerca disperata del padrone. Questa fase

di evidente sofferenza, in cui spesso il cane rifiuta il cibo e le

attenzioni degli estranei può durare da poche settimane a diversi mesi o

anche anni (dipende anche dalla razza o tipologia del cane). Se il cane

trova chi lo nutre può rimanere in attesa del padrone in eterno. Se si trova

affamato, spaesato e senza riferimenti, il bisogno di socialità finisce col

prevalere: il cane si avvicina agli uomini con fare sottomesso, in una

ricerca morbosa

di attenzioni. I soggetti più sicuri mettono in mostra atteggiamenti

accattivanti, cercano il contatto fisico e lo sguardo di ogni umano che

incontrano. Quelli più insicuri non si fanno toccare ma seguono gli uomini a

distanza. Se li si scaccia si allontanano un poco, ma ritornano (come il

lupo "Due calzini" di "Balla coi lupi"), inscenando posture sottomesse,

atteggiamenti infantili e ogni tipo di linguaggio volto a placare la temuta

eventuale aggressività nei loro confronti, proprio come i lupi quando

cercano di inserirsi in un nuovo branco.

In sostanza, quando il cane ha preso coscienza di essere stato abbandonato,

ha una forte volontà di prendere parte a una nuova famiglia. Se ha avuto una

formazione corretta e, seppure per un breve periodo, ha avuto modo di vivere

in una famiglia "normale" il suo inserimento non creerà problemi.... anzi,

il rapporto che nascerà con il nuovo padrone sarà qualcosa di veramente

speciale e soprattutto sarà incredibilmente "esclusivo"; il cane avrà un

attaccamento e una devozione che raramente si riscontrano nei soggetti che

non hanno subito l'esperienza negativa dell'abbandono. Sarà mentalmente

aperto e disponibile ad assecondare il padrone nella continua ricerca di

essere gradito.

Però tutto questo si ha solamente se:

a) il cane "si sente abbandonato";

b) il cane ha avuto un imprinting "accettabile" (non dico che debba essere

stato cresciuto da un allevatore espertissimo, eventualità piuttosto

improbabile tra i cani che finiscono al canile; si può vivere benissimo

anche con un cane che ha paura del tuono, o che si agita in macchina, ma

preoccupiamoci che almeno sia socializzato con l'uomo e non abbia subito

traumi molto forti);

I cani che non rispondono a queste caratteristiche sono più impegnativi e

dovrebbero essere adottati da persone più esperte che sappiano adottare le

giuste misure correttive agli inevitabili problemi che presenteranno.

Concludendo questo lungo discorso, si può quindi affermare che, qualora si

scelga di adottare un cane da un canile, è meno facile avere brutte

sorprese scegliendo un animale adulto, naturalmente verificandone

l'integrità caratteriale e la disposizione al contatto umano prima

dell'adozione. L'adulto ha un carattere già formato: nei canili più

organizzati, i volontari più attenti sapranno dare indicazioni sui

principali connotati caratteriali del cane, quali propensione all'abbaio,

vivacità, tolleranza nei confronti degli altri cani, ecc....

Auguro di buona fortuna a chi volesse scegliere questo canale per l'acquisto

del proprio fedele amico.