Infoteca cinofila
- Dettagli
- Scritto da Webmasters
- Categoria: Adozioni
From: "Denis Ferretti"
Newsgroups: it.discussioni.animali.cani
Date: Wed, 20 Feb 2002 01:08:06 +0100
Amedeo è stato il mio sesto cane. Il primo trovatello.
L’ho preso al canile per scelta meditata. Perché è giusto così. Perché è
giusto che chi può faccia qualcosa anche per aiutare i cani che non sono
stati capiti. La mia bolognesina Cicles aveva appena avuto una cucciolata.
Se avessi voluto avrei potuto tenere un altro dei suoi cuccioli. Invece ho
preso anche Amedeo affiancandolo a una cucciola che ho tenuto. Sono
diventati molto amici, giocano tutto il giorno e non soffrono certo di
solitudine.
Faccio volontariato attivo in canile da ormai più di sette anni…. Di cani
abbandonati ne ho visti tanti. Molti li vedo da tanto tempo e sebbene non
possa considerarmi il loro padrone, posso dire comunque di avere un certo
rapporto con loro. Ma non avrei potuto scegliere uno di loro in base al
carattere o alla simpatia… ce ne sono tanti a cui sono affezionatissimo.
Sarebbe stata una scelta da spezzare il cuore del tipo “vuoi più bene alla
mamma o al papà”. Non ho certo scelto per la compassione nei confronti di
un singolo cane, né perché mi sono innamorato di un musetto. E’ stata una
scelta fredda e ragionata. Sapevo che tutti i cani del canile erano
bisognosi e che comunque avrei aiutato un cane. Perciò ho deciso di impormi
alcuni parametri sul tipo di cane che sarebbe stato più adatto alla mia
situazione famigliare escludendo i cani che non vi rientravano. Così era
tutto più semplice. Volevo un cane maschio. Avevo già tre femmine e non
sarebbe stato semplice far accettare una femmina adulta. Lo volevo di taglia
piccola, per ragioni di spazio e di gestione. Assolutamente bandito il pelo
corto o semilungo che si sparge ovunque e si attacca ai vestiti. Ideale
invece il pelo da barbone, yorkie, maltese, schnauzer o qualsiasi pelo che
si potesse tosare o strippare. Questa prima selezione ha ridotto la scelta
a una decina di cani: alcuni molto vecchi, uno scatenato e abbaione, uno che
era in canile da diversi anni e affezionato ai compagni di recinto. Alla
fine solo tre cani erano veramente adatti e ho scelto Amedeo, un cane
arrivato da poco, lasciato davanti al canile solo un mese prima di essere
adottato da me. Al momento della scelta era molto depresso. Ho scelto lui
perché era quello che sembrava tollerare meno il canile. Ma malgrado ciò non
aveva comportamenti che destassero preoccupazione. Non abbaiava, non era
iperattivo, né pauroso. Era solo triste.
Si è attaccato subito a me in modo dapprima morboso, poi più rilassato. Oggi
è tranquillo, sembra avere preso coscienza che non l’abbandonerò mai ed è
divenuto più indipendente. Nelle passeggiate e nelle ore di libertà, si
allontana, fa le sue esplorazioni e anche a casa gira per il cortile, gioca
con gli altri cani, insomma, ha i suoi interessi. Ha una vita propria, non è
totalmente dipendente da me, pur mantenendo un forte legame disinteressato
nei miei confronti, proprio come ho sempre desiderato avvenisse con i miei
cani. Non amo i cani troppo appiccicati al padrone, che lo vedono come Dio
in terra, incapaci di qualsiasi azione senza l’approvazione del compagno
bipede. Ma non amo nemmeno quelli troppo opportunisti che vedono il padrone
solo come inesauribile fonte di cibo, ma che una volta sazi se ne vanno per
i fatti loro, sordi a ogni comando. Amedeo sa prendersi la propria libertà,
si fa i suoi giretti, torna sempre puntuale e accorre al mio richiamo. Una
cosa che ancora non so spiegarmi è il fatto che sembra capire quanto tempo
può stare in giro. Al sabato, mentre io lavo la macchina, o pulisco nel
cortile, è capace di andarsene per i fatti suoi nei campi e star via anche
più di un’ora. Durante la settimana, se lo libero prima di andare al lavoro
o nella pausa pranzo, si fa la sua corsa di dieci minuti e prima che parta è
già a casa puntualissimo.
Si è dimostrato molto obbediente e desideroso di compiacere e soprattutto
molto pulito, fin dal primo giorno. Non avrei certo immaginato che un cane
adulto del canile finisse addirittura per sporcare nella cassettina come i
bolognesi. Non ha mai sporcato in casa e nemmeno nel cortile contro i muri o
le ruote delle auto.
Ha imparato a mettersi seduto, a terra, a camminare al piede, a saltare in
macchina, ad andare a cuccia, a dare la zampa e a stare in piedi su due
zampe.
Si è adattato benissimo alla sua nuova vita, affezionatissimo a me e a mia
nonna, che era molto scettica sulle capacità affettive di un cane adulto. E
adesso sostiene che Amedeo sia il più intelligente tra tutti i cani che ha
avuto. In realtà è solo il più adatto alle sue esigenze.
Quindi tutto è filato liscio. L’unico problema che ho avuto è stata una
certa aggressività verso gli altri maschi. Probabilmente un comportamento
maturato in canile dove quasi tutti i cani sono litigiosi e si minacciano l’
uno con l’altro attraverso le reti dei box. Dopo qualche insegnamento il
problema è decisamente ridimensionato e ultimamente non passa giorno che non
incontri durante le passeggiate altri maschi, nei confronti dei quali Amedeo
è ormai totalmente indifferente.
Per quanto mi riguarda, quindi tutto positivo e non posso che incoraggiare
una scelta di questo tipo. L’importante è essere coscienti di quello che si
fa, scegliere un cane adatto alle proprie esigenze e saper valutare e
prevenire tutte le incognite che possono presentarsi, in modo da aver sempre
pronto un rimedio per qualsiasi eventuale difficoltà.
Denis
- Dettagli
- Scritto da Webmasters
- Categoria: Adozioni
Subject: Re: adottate un cane e ...IDEUZZA....
From: "Zoot" Newsgroups: it.discussioni.animali.cani
Date: Mon, 18 Feb 2002 12:01:56 GMT
*Mi piace! E comincio io...anche se con poca retorica e tanta incavolatura
verso chi...vabbe', ma lo spiego nella storia.
1992, alcuni giorni prima di Natale.
Il mio compagno aveva una pizzeria nel vicoletto X del paese Y, che sbucava
su una piazzetta.
In questa piazzetta si piazza l'ENPA con un banchetto, alcune gabbie e tanti
cuccioli. Tutti e solo cuccioli, perché si sa..."a Natale si regalano
cuccioli ai bambini", no? (malignità numero uno).
Cmq...io ho appena chiuso l'allevamento, sono disperata e in piena crisi
depressiva. Il mio compagno, per arrivare in pizzeria (ho aperto io), deve
passare davanti alla piazzetta: arriva e mi dice "vai un po' a vedere cosa
ha messo l'ENPA lì fuori"
Mi rifiuto. ENPA=cani, io non posso neppure sentir parlare di cani, come
puoi parlarmi di cani dopo che ho dovuto rinunciare a miei e sto col morale
sotto le suole delle scarpe di un nano piccolo di statura?
Resisto cinque minuti, forse sei.
Poi vado.
Quasi tutti i cuccioli ingabbiettati sono di piccola taglia (fanno più
"regalo di Natale", malignità numero due). In una gabbietta, però, ci sono
due veri e propri "giganti" : uno con i colori del bobtail e uno
nero-nerissimo che più nero non si può.
Mi avvicino (io quando vedo cuccioli con zamponi numero 46 perdo la testa) e
chiedo informazioni.
C'è una gentile signora dietro al banco, che per PRIMISSIMA cosa mi informa:
"Vero che sono belle? Sono due femmine, sorelle. Restano piccole, sa? Appena
un po' più di come le vede adesso".
Io alzo un sopracciglio.
"Piccole?"
"Sìsì, piccole, più o meno come un cockerino...vanno benissimo in
appartamento".
Io alzo anche l'ALTRO sopracciglio.
"Con quei piedi? Ma quanto hanno?"
"Non lo so di preciso...hanno abbandonato la madre e i cuccioli la settimana
scorsa, ce li hanno lasciati davanti al rifugio. I cuccioli erano tre, uno
era un maschio ma l'abbiamo già sistemato. mi dispiace".
"A me no. Io amo le femmine. E amo anche i cani GRANDI, quindi se queste
restano così piccole non mi interessano".
Faccio la finta di girarmi e andarmene...e vengo bloccata dal secondo
volontario ENPA, che mi spiega che nooooo non resteranno tanto piccole...la
madre è un bobtail, il padre non si sa, ma la madre "è di pura razza ed è
anche piuttosto grande".
"Non mi interessa la "pura razza al cinquanta per cento". Se mi prendo un
meticcio al rifugio mi sta benissimo che sia bastardo DOC. Altrimenti mi
prenderei un cane di razza".
"Ah, cmq sono meticce, eh? Non si sa proprio chi fosse il padre"....
La chiudo qui per pietà.
Se avessi sostenuto che ero intenzionata a prendermi il cucciolo SOLO se
fosse stato figlio di un'ornitorinca rosa e di un elefante a pois, sono
sicura che da qualche parte sarebbe saltato fuori il pedigree di
un'ornitorinca rosa (malignità numero tre).
Cmq, mentre parlavo coi volontari le cucciole evidenziavano il loro
carattere: la bianco/grigia timidina e riservata, la nera sfacciatamente
slappazzante con la coda a mille.
Ho preso in braccio la nera, e lì me so' fregata per sempre.
Non avei potuto riposarla in quella gabbia neanche se mi avessero puntato un
fucile contro.
"Be', che devo fare per prenderla?"
"Compili qui. Poi se vuole può fare un'offerta al rifugio, ma non è
obbligatoria.
Ah, sappia che verremo a controllare come sta il cane, se è felice e ben
tenuto eccetera".
Questo accadeva nove anni fa: la visita la sto ancora aspettando adesso
(malignità numero quattro).
La mia preziosissima cana nera, nel frattempo diventata blu, è rimasta
slappazzante e continua a far andare la coda a mille. Ora però ha anche una
razza: Bisbol!
Insieme abbiamo combattuto contro la leishmaniosi (per ora vinciamo noi, ma
non si può mai dire troppo forte), abbiamo cambiato casa, abbiamo tirato su
un piccolo bipede che è diventato un metro e ottantasei.
Quando il bipede era alto un metro e un piripacchio è stato gelosissimo
della cana e ci sono stati momenti difficili: ora se qualcuno si azzarda a
sfiorargliela è disposto a uccidere.
Io non dico mai che "tratto i cani come figli" (sono più propensa a dire che
tratto il figlio come un cane :-), ma quando lui parla della cana dice "mia
sorella".
Non aggiunge neanche "pelosa", perché non ne ha altre e quindi non c'è
bisogno che specifichi: però a volte leggo una certa perplessità negli occhi
dei suoi amici che arrivano a casa nostra e scoprono com'è fatta 'sta
sorella (trattandosi di quasi-sedicenni, ho l'impressione che qualcuno che
si era fatto idee cuccatorie ci sia rimasto PARTICOLARMENTE male!)
Insomma...siamo una famiglia. E questo è più o meno tutto.
Valeria
- Dettagli
- Scritto da Webmasters
- Categoria: Adozioni
From: "Veleno" Newsgroups: it.discussioni.animali.cani
Date: Mon, 18 Feb 2002 13:32:03 GMT
Vediamo un po'...la storia della pastorina matta :o)
Facevo volontariato da due anni nel canile, avevo in adozione un cagnino che
non dimentichero' mai: Gioppino. Quando stavamo in silenzio in mezzo
all'erba, gli promettevo che lo avrei portato a casa con me non appena ne
avessi avuta una mia, non sapendo di dirgli una bugia...ancora oggi mi sento
in colpa quando ci penso, perche' lui e' volato inspiegabilmente sul ponte
dopo due mesi dalla mia "sparizione" dal canile. Da quando non sono piu'
andata mi hanno raccontato che si e' intristito e da che stava bene, a che
un giorno l'hanno trovato addormentato.
Mentre mi occupavo di Gioppino, portavo fuori anche qualche altro cane, in
particolare una coppia di pastori tedeschi che erano stati adottati anche da
un'altro signore.
Dovevo farlo di nascosto, perche' il signore era molto geloso dei cani
(assurdo in canile essere gelosi di qualcuno che ti porta fuori i cani! Ma
vabbe'...).
Di questi due cani ci occupavamo solo io e questo signore, che ogni tanto se
li portava a casa, ma poi doveva comunque riportarli in canile di sera.
Uno di questi due cani era la mia futura pastorina matta :o)
Mi faceva morire dal ridere, perche' mentre il suo compagno era tutto
ringhioso e borbottone, lei aveva uno sguardo ed un'aspetto ridicolo, con
un'orecchio in su ed uno in giu' e gli occhi sempre affamati di gioco.
Appena vedeva una pallina o una pietra, impazziva per farsela tirare.
Nel frattempo vivevo ancora con i miei, cosi' mia madre era esausta di
vedermi arrivare tutti i giorni con i vestiti sporchi da canile, svogliata
nello studio (infatti quell'anno mi hanno s3gata :oP) e quindi premeva
perche' io non ci andassi piu', ma contro tutto e tutti io ci andavo
ugualmente.
Un giorno andando ad aprire il cancelletto, il compagno della mia pastorina
si e' fiondato fuori dal box come sempre, mentre di lei nessuna traccia.
Chiama chiama, non veniva fuori. Oddio ma dov'e'??
Cosi' sono entrata nel box e lei era nella cuccia in fondo in fondo,
immobile a fissarmi. Corro
dalla proprietaria del canile e insieme siamo riuscite a tirarla fuori dalla
cuccia con non poca fatica, quando l'abbiamo guardata, aveva una zampa
posteriore enorme. Volo dal veterinario del canile, che mi fa aspettare
un'ora e mezza nell'anticamera perche' stava chiacchierando allegramente al
telefono con qualcuno, ed evidentemente era piu' importante di un cane che
stava male.
Stanca di aspettare inutilmente, ho ribussato per l'ultima volta alla
porta per congedarmi e portare la pastorina dal mio veterinario.
Ecco, in quell'esatto istante ormai lo sapevo che sarebbe diventata mia :o)
Arrivata dal mio veterinario, le abbiamo fatto una lastra e siamo rimasti di
stucco: la cagnina aveva il femore completamente spezzato e le due
estremita' rotte erano frastagliate in piu' punti, nonche' il femore stesso
tagliato a meta' in verticale. Il mio veterinario mi fa presente che doveva
essere andata sotto una macchina, perche' una frattura del genere non si
riusciva a farla neanche con una martellata. Si, ma come c'e' finita sotto
una macchina se la cagnina la portiamo fuori solo io e l'altro signore e
quando non ci siamo noi e' sempre chiusa nel box??
Io e la proprietaria del canile piu' avanti abbiamo chiesto al signore che
non ne sapeva nulla, cosi' come si e' rotta questo benendetto femore ancora
e' un mistero. Ebbene il mio veterinario pochissimi giorni dopo
opera la zampa e ci avviamo cosi' al momento in cui sarebbe
diventata la mia pastorina :o)
I miei, nonostante facessi gli occhi da cerbiatto tutti i giorni, non ne
volevano sapere di prendere il secondo cane, per di piu' di taglia grande,
cosi'
facevo su e giu' dal canile di continuo, grazie al cielo in quei giorni era
arrivato il conteiner che doveva fungere da infermeria, cosi' la
proprietaria del canile mi aveva dato il compito di tenerlo pulito e in
ordine :o) concedendomi di tenere li' la cagnina.
L'abbiamo battezzato con lei che aveva una diarrea incessante e
non si poteva muovere con l'ingessatura.
La situazione e' durata pochi giorni, perche' dopo qualche avventura che non
racconto per non tediarvi oltre, mia madre mi fa uno dei piu' bei regali
della mia vita: mi concede di portare a casa la pastorina, con la promessa
pero' che avrei chiuso per sempre con il canile e che finite le cure le
avrei trovato una famiglia. Con la morte nel cuore per il canile che era la
mia principale occupazione, e per il fatto di doverla poi sistemare, ma con
la felicita' bambina di chi ha ricevuto
il piu' bel dono, corro a prendere la mia pastorina e la porto a casa per
curarla. Ogni tanto mi addormentavo nel gommone con lei, spesso dovevo
ripulire e riaggiustare tutte le sue marachelle :o)
Finalmente dopo quaranta giorni togliamo l'ingessatura, nel frattempo aveva
avuto un'infezione al garretto e quindi non vi dico cosa e' uscito da quel
gesso, ma ci accorgiamo che l'osso si era saldato male e cosi' la cagnina
aveva il ginocchio che "guardava" verso l'interno. Decidiamo di non
sottoporla ad un altro intervento, data l'eta' e lo stress subiti, perche'
la cagnina camminava ugualmente abbastanza bene.
Piano piano ha iniziato a stare bene e ha iniziato a fare danni ingenti. La
situazione in casa era insostenibile, con i miei che pressavano perche' le
trovassi una casa come avevo promesso, ma ovviamente non mi davo
assolutamente da fare per trovare qualcuno :oP e ogni persona che veniva a
vederla,
non mi piaceva per un motivo o per l'altro perche' in realta' sapevo
benissimo che
chiunque non mi sarebbe piaciuto, la cagnina ormai era *mia*
ed io e lei stavamo benissimo insieme :o)
Un giorno mio padre, esausto dai danni che faceva (si era mangiata tutti i
suoi attrezzi, aveva distrutto l'interno di una macchina di un amico
entrando miracolosamente da un finestrino aperto di quindici centimetri,
eccetera eccetera), mi obbliga a riportarla in canile. La riporto con
lacrimoni a catinelle e ritorno a fare la vita di canile per una settimana,
quando i miei genitori vedendomi a pezzi ed essendo esausti dalle mie
pressioni e piagnistei, mi permettono di nuovo di riprenderla per sempre.
Da li a poco pero', quello che ora e' il mio pazientissimo marito, mi ha
chiesto di sposarlo :o)) cosi' l'ho portata con me nella mia nuova casa, con
*grandissima* felicita' dei miei ;o)
La mia pastorina me ne ha combinate e me ne combina ancora di tutti i
colori ed e' riuscita a farsi odiare da chiunque, compresi i miei mastini,
tranne che da me :o))
Da quel giorno sono passati ormai otto anni e lei e' ancora qui.
Io ricordero' sempre con immenso affetto i nostri momenti
sul gommone, dove ci coccolavamo e ci tenevamo compagnia.
--
Veronica
Ris. Idac Top Poster 2001
"Imagine all the people
living life in peace..."
John Lennon
- Dettagli
- Scritto da Webmasters
- Categoria: Adozioni
From: "Denis Ferretti"
Newsgroups: it.discussioni.animali.cani
Date: Sun, 24 Feb 2002 23:19:28 +0100
Dopo la storia di Amedeo, per par-condicio, racconto anche l’esperienza non
proprio positiva del primo approccio col canile.
Era il 1990, avevo vent’anni, una bastardina di 9 anni e tanta voglia di un
cane grosso. I miei genitori facevano molta resistenza, ma era arrivato
finalmente il giorno in cui tutti i soliti pretesti restavano senza alcun
fondamento:
1) Come facciamo per le ferie? (Da anni non andavo più in ferie con loro e
ognuno di noi poteva andare in vacanza in periodi diversi);
2) Quando sarai maggiorenne potrai decidere. Adesso decidiamo noi. (Non so
se se ne erano accorti… ma ero maggiorenne da due anni).
3) Quando avrai un lavoro e guadagnerai potrai decidere come spendere o
buttare i tuoi soldi. (Avevo finalmente un lavoro: era solo un part-time ma
bastava a pagarmi gli studi e il veterinario);
4) Abbiamo già la Isi, due cani non è possibile. - Ma come?? E quando
avevamo anche Dick? - Abitavamo in campagna. - E allora vado a vivere in
campagna da solo! Cioè con la Isi e con l’altro cane. - E va bene,
parliamone.
In realtà anche a mio padre sarebbe piaciuto tanto un cane grande. Ma non
era disposto a nessun sacrificio per la sua gestione. Non era disposto a
portarselo in ferie, altrimenti non sarebbero state ferie. A portarlo in
giro se non quando ne aveva voglia. A preparargli il cibo, a spazzolarlo
regolarmente…. Insomma gli piaceva solo per giocarci o per farsi vedere in
giro con un cane maestoso o per ricevere complimenti per la bellezza e per l
’educazione del cane. Educato da me, ovviamente.
A me sarebbe piaciuto un cane da caccia, che nella casa in cui abitavo non
avrebbe dato problemi. Un cane buono, da portare con me ovunque, da poter
lasciare libero tra la gente. Mi piacevano i setter irlandesi e gordon, i
golden retriever (prima del boom) e i dalmati, (prima del film). Mi piaceva
anche il grand bleu de gascogne, e tutti i segugi francesi di grande taglia,
razze rarissime, per lo più introvabili. Mio padre invece voleva un cane da
guardia. Per lui non aveva senso prendere un cane da caccia senza portarlo a
caccia. Anche il dalmata pagava lo scotto di una taglia ingiustificatamente
grande nell’opinione del babbo. A cosa serve un cane così grande se non fa
la guardia? Se prendo un cane voglio avere la sicurezza che in casa mia in
mia assenza non entra nessuno.
Mia madre invece avanzava l’idea che, se comunque un cane era già
sufficiente, tuttalpiù si poteva prenderne un altro piccolo, che non dà
problemi e lo porti dovunque, anzi…. Perché non aspettare che non ci sia più
l’altra? Ci provava sempre.
Alla luce di queste divisioni interne abbiamo preso in considerazione tutte
le alternative. Anche quella del canile. Il mio vicino di casa ci aveva
segnalato un canile, dove i cani venivano tenuti molto bene e dove potevamo
andare senza timore di vedere cose che non avremmo gradito. Era, seppur in
assetto diverso, lo stesso canile dove quattro anni più tardi avrei iniziato
a fare volontariato ininterrottamente fino ad adesso. Così partimmo un
pomeriggio, famiglia al completo, per valutare la cosa.
- Ci interessa un cucciolo….
Come per tanti novizi, l’idea del cane adulto viene scartata a priori. Un po
’ c’era il problema di farlo accettare all’altra femmina, un po’ perché si
credeva che un cucciolo si abituasse meglio.
- Di cuccioli non ne abbiamo…. Se volete abbiamo dei cuccioloni….. guardi… c
’è questo che adesso stiamo curando…. Ha un fungo… ma guarisce….
- Si attacca? Sa perché abbiamo anche un altro cane?
- Maschio o femmina.
- Una femmina. Bastardina di nove anni.
- Femmina? A ma allora bisognerà sterilizzarla! E’ sterilizzata?
- No… ma ha già nove anni… Comunque basta fare un po’ d’attenzione. Del
resto è impossibile non accorgersi quando una femmina va in calore…. C’è una
settimana di tempo prima che sia feconda
- No, no guardi… può rimanere incinta dal primo al venticinquesimo giorno.
Non c’è da fidarsi. Comunque non si preoccupi io ho sterilizzato anche delle
femmine di dieci anni, senza problemi. Gliela faccio sterilizzare io.
Nel frattempo il bastandone fungato (bruttissimo, porello), si aggirava per
l’ufficio spisciazzando contro la scrivania, contro gli stipiti delle porte
senza che nessuno facesse una piega….. che se l’avesse fatto un mio cane,
apriti cielo!!…. Infatti mia madre aveva un’espressione stravolta: Boh..
almeno sgridatelo, mandatelo fuori. Invece niente. I cani fuori facevano un
fracasso infernale, abbaiando ininterrottamente….. e questa volta era il
babbo ad essere preoccupato:
- ma fanno sempre tutto questo baccano?
- Da che mondo è mondo i cani abbaiano.
- Anche la mia abbaia…. Ma con un richiamo smette.
- Qua non ci facciamo caso… Non possiamo metterci a richiamare tutti i cani
che abbaiano…
- Già.
Intervengo io.
- Infatti era anche per questo che volevo un cucciolo. Ma se non ne avete….
Che altri cani mi può consigliare?
- Ci sono questi due… questo però si è ambientato da poco…. All’inizio era
molto aggressivo. Adesso si è trovato bene con i compagni di recinto e ho
paura che, cambiandogli ambiente ritorni a dare problemi. Glielo do se ne
prende due. Altrimenti c’è questo. E’ di razza è un cane da caccia. E’ uno
jagdterrier.
- Mio padre lo vuole da guardia. Volevo tipo… un lupo/pastore belga….. un
cane addestrabile. Ma gli adulti imparano qualcosa? Si affezionano
comunque?
- Siiiiiiiiii ceeerto!!! Io ne ho cinque, tutti presi al canile, sono
favolosi. Li tengo tutti in appartamento.
- E fuori? ….. Se li lascia liberi senza guinzaglio, non scappano?
- Beh, mi scusi….. ma io i cani senza guinzaglio non li lascio!
- Noi abbiamo della terra in montagna, ci piace andare a funghi… qualche
volta il cane ci segue…. Certo che un cane che non risponde al richiamo… :-(
- No, guardi…. È che io purtroppo di cose brutte ne ho viste tante, ma tante
che… ho troppa paura… ci sono tanti pericoli. Il cane deve stare in un luogo
recintato. Oppure al guinzaglio. Voi avete il giardino recintato? Ma è alta
la rete? Che non scappi… perché sa…. saltano.
- Ma si abituano alla pulizia? Sporcano in casa?
- Ah beh, quando scappa, scappa. Se li portate fuori spesso ne raccoglierete
qualcuna in meno
- I suoi quindi non li ha abituati alla pulizia???
- Cosa vuol dire “abituati”? I cani non sono gatti…. Se sporcano si pulisce.
D’altronde se si prende un animale……bla, bla, bla…..
Io e i miei genitori ci siamo guardati, leggendoci reciprocamente negli
occhi la convinzione che non avremmo di certo preso nessun cane al canile.
Il mio vicino aveva ragione. Il canile era tenuto benissimo, molto pulito,
con recinti spaziosi e cani ben tenuti. Ma parlando con i volontari avevo
capito che loro avevano un modo completamente diverso di intendere il cane
rispetto a me. Per loro i cani erano solo creature indifese, da proteggere,
da accudire, da curare, ma non era legittimo né democratico costringere un
povero animale che non può controbattere a fare quello che vogliamo noi. A
mettersi seduto, a trattenere i bisogni, a non abbaiare. I cani devono
essere liberi di fare quello che vogliono negli spazi in cui li costringiamo
al solo scopo di proteggerli. Perché i cani lasciati liberi scappano lontano
e vanno in pericolo. Per fortuna queste cose ad Amedeo non gliele hanno
dette e oggi si sarà fatto una ventina di kilometri come minimo correndo all
’impazzata nei campi rigorosamente non recintati.
Dunque il cane del canile era stato escluso a priori. E dovevo combinare le
mie esigenze con quelle del babbo.
Escludendo le razze amputate, che non avrei mai preso, le razze più adatte
finivano per essere il pastore belga e il pastore tedesco, razze molto
addestrabili che avrei potuto controllare. Ma il caso volle che il
famigerato genitore si ricordasse di essere stato, negli anni settanta in
vacanza a Scanno e in altre sperdute località abruzzesi dove era rimasto
affascinato da enormi cani bianchi, che io guardavo con sospetto e
diffidenza.
Fin da bambino, mi raccontava delle qualità sul lavoro dei pastori
abruzzesi, e mi ripeteva gli aneddoti a lui narrati dai pastori, in cui
questi cani si erano resi protagonisti di imprese epiche salvando la vita ai
loro padroni, difendendo greggi e proprietà, ritrovando strade e
preannunciando pericoli. Io rimanevo dell’idea che era un cane molto
difficile da gestire nella nostra realtà. Un cane che doveva stare libero,
vivere in un ambiente pieno di stimoli che permettesse di dare sfogo alla
sua iniziativa. E nello stesso tempo non si poteva mettere a repentaglio l’
incolumità di vicini incauti nei confronti dei quali questo tipo di cane
avrebbe potuto essere pericoloso.
Questi cani mi piacevano e mi affascinavano, ma mi piacevano nel loro
ambiente. A casa mia sarebbe stato duro farli vivere decentemente. E poi
avrei dovuto rinunciare all’obbedienza, al jogging col cane…. Insomma avevo
in mente un’altra cosa. Ma il babbo aveva un sogno….. un sogno che teneva
nel cassetto da tanti anni e che non aveva mai rivelato esplicitamente
perché avrebbe significato fomentare ancora di più le mie richieste di un
secondo cane. Un giorno mi fece salire in macchina per portarmi a vedere una
cucciolata presso il figlio di un suo ex collega.
La cucciolata era in una casa di campagna, dove questo personaggio teneva
una decina di femmine, tra cui la mamma della Tessa. Morfologicamente non
erano un gran che. Anche l’ambiente non era proprio l’ideale per far
crescere un cucciolo. Troppo isolato. Ma sono cani che anche in condizioni
naturali non crescono in famiglia sotto l’albero di Natale e, comunque, la
cucciola sarebbe stata presa a un’età ancora aperta alla socializzazione. L’
allevatore è comunque stato sincero. Mi ha detto di scordarmi pure le expo.
Le fattrici erano tutte Lir, acquistate direttamente dai pastori. Lo
Stallone era un cane da expo, conosciuto e titolato. Mi ha sconsigliato il
maschio, essendo il mio primo maremmano-abruzzese. Ha dimostrato di
conoscere molto bene la razza e mi ha messo in guardia anche sui lati più
discutibili del carattere. Il prezzo era veramente stracciato e avevo la
prima scelta. Certo avrei preferito un cane più tipico, ma d’altronde mio
padre non era favorevole a spendere una cifra stratosferica per un cane… e
tutto sommato non era poi così male…. Era una cucciola e chissà come sarebbe
diventata. Magari poteva assomigliare più al padre che alla madre.
Soprattutto sapevo che dovevo cogliere l’attimo, perché i miei genitori da
lì a poche settimane avrebbero potuto tornare sui loro passi. “Sentiamo cosa
dice la mamma”, ho detto. Ora…. Se c’è una donna che è capace di far visita
a un allevamento e prendere in braccio un cucciolo di maremmano-abruzzese
senza portarselo a casa, alzi la mano.
La Tessa è divenuta una cagnona bruttarella per i canoni della sua razza, ma
con un carattere tipicissimo, da vero pastore doc. Ha evidenziato tutti i
possibili problemi che avevo ipotizzato: aggressività verso gli estranei,
perdite di pelo da guinnes dei primati, insubordinazione, ribellione,
contestazione, diffidenza nei confronti delle novità, intolleranza alla
città. E’ stato un cane veramente impegnativo, che non ho mai potuto
affidare a nessuno, che mi ha costretto a convertire il jogging nel parco
dietro casa in gite solitarie per sentieri di montagna, ad alzarmi alle sei
di mattina per poterla lasciare senza l’aborrito guinzaglio, che capiva ma
non obbediva o obbediva anticipando i comandi. Mia madre non aveva la benché
minima autorità su di lei. Mio padre, come previsto, ha gettato la spugna
subito per quanto riguarda la sua educazione, ma nell’età matura si è
ritrovato il cane che aveva conosciuto sulle montagne abruzzesi. Saggio,
cosciente, che sa sempre ciò che deve fare, senza che nessuno glielo chieda.
Chi ha dovuto scornarsi col suo carattere sono stato io. E il suo carattere
l’ho scoperto e imparato ad apprezzare giorno per giorno. Un cane che non
accetta imposizioni. Dovevo guardare il mondo con i suoi occhi, per poter in
qualche modo interferire con le sue decisioni. Se volevo che facesse
qualcosa, dovevo pensare con la sua testa. Perché dovrei fare questo? E
allora te lo chiedi veramente…. Perché faccio fare questo al cane? E se
invece facesse in questo modo a lei più congeniale? Un rapporto unico,
difficile da spiegare a parole. In ogni caso, grazie a lei ho rivoluzionato
il mio modo di intendere il rapporto-cane padrone.
Oggi paradossalmente le parti si sono invertite: mio padre pensa che il
maremmano-abruzzese è indubbiamente un cane bellissimo e affascinante, ma
che sta bene nel “suo ambiente” ed è troppo impegnativo in un quartiere
residenziale. Molto più comoda la bolognese che lo segue ovunque, anche nel
suo lavoro di giardiniere. E non si deve preoccupare se qualcuno vuole
accarezzarla, né tanto meno se qualche passante dovesse mettere mano sui
suoi attrezzi da lavoro.
Io, invece, ogni volta che vedo un pastore abruzzese ho il magone, e sento
che prima o poi dovrà tornare a far parte della mia vita. Dovessi piantare
il lavoro e scappare dalla città....
Denis
- Dettagli
- Scritto da Webmasters
- Categoria: Adozioni