Superfamiglia Spiruroidea


Si tratta di parassiti con ciclo di sviluppo indiretto che utilizzano un artropode come ospite intermedio, i maschi presentano coda spiraliforme.


Spirocerca lupi

Spirocerca

E’ un parassita diffuso in aree tropicali e subtropicali che può interessare anche volpi, gatti e felini selvatici. Si tratta di vermi rossastri lunghi 40mm (maschi) e 70mm (femmine).

Le uova sono espulse con le feci o con il vomito e s schiudono solo se ingerite da coleotteri coprofagi che sono gli ospiti intermedi caratteristici per questo parassita. Nel coleottero si sviluppa la L3 e si incista. Le L3 possono passare a ospiti paratenici come uccelli, piccoli roditori o lucertole. Se il coleottero o l’ospite paratenico sono ingeriti dal cane la L3 penetra nella parete dello stomaco e migra all’aorta toracica tramite l’arteria celiaca. Dopo 3 mesi le larve invadono la parete dell’esofago e raggiungono lo stadio adulto in altri 3 mesi. La prepatenza è di circa 6 mesi.

Le larve, durante la loro migrazione, causano lesioni alle pareti dell’aorta, possono causare stenosi o rottura della stessa. Gli adulti sono localizzati sulla parete dello stomaco e dell’esofago dove causano granulomi,
Noduli all'esofago
in rari casi possono provocare osteosarcomi esofagei altamente invasivi con formazione di metastasi o di spondilosi delle vertebre toraciche e osteopatia ipertrofica delle ossa lunghe.
Sarcoma dell'esofago
Lo Spirocerca lupi può provocare lesioni delle dimensioni di una palla da golf. I granulomi presenti sull’esofago, grossi fino a 4cm, possono provocare dispnea, abbondante salivazione, disfagia, vomito, dimagrimento Molte infestazioni decorrono asintomatiche.

Le uova possono normalmente essere rinvenute in feci e vomito ma non sempre l’ulcerazione della parete esofagea permette il rilascio di uova nell’esofago e quindi il loro arrivo nell’intestino e nelle feci. L’endoscopia e la radiografia possono fornire utili informazioni ai fini della diagnosi. Il parassita è trattabile con appositi vermifughi.



Thelazia californiensis

Thelazia californiensis

E’ un parassita dell’occhio diffuso in cani e gatti, si localizza nell’occhio e nelle zone limitrofe (soprattutto sacco congiuntivale e dotto lacrimale), ha ciclo indiretto e utilizza i ditteri, ovvero le mosche, come vettore. Sono vermi bianchi, sottili, lunghi 1-2 cm. Le femmine sono vivipare e le L1 deposte nei secreti lacrimali vengono ingerite dai ditteri. Il passaggio da L1 a L3 avviene nei follicoli ovarici dei ditteri e richiede circa 15-30 giorni in estate. Le larve possono sopravvivere anche in inverno nello stadio di pupa delle mosche. Le L3 migrano poi nell’apparato buccale e da lì sono trasmesse all’ospite definitivo. La prepatenza varia dalle 3 alle 11 settimane. La presenza di parassiti giovani e molto mobili causa lacrimazione, congiuntivite, fotofobia. La congiuntiva può appannarsi e presentare ulcere nelle infestazioni gravi, la superficie corneale può opacizzarsi. La presenza della Thelazia californiensis è relazionata alla stagione: il rischio di infestazione cresce nel periodo di massima attività delle mosche periodo che, generalmente, coincide con l’estate. Il parassita può sopravvivere anni nell’occhio senza causare sintomi, l’ospite finisce con l’essere un serbatoio. L’infestazione è confermata dalla presenza di parassiti nel sacco congiuntivale, il trattamento si effettua con appositi vermifughi o con la rimozione meccanica dei parassiti. La Thelazia callipaeda, diffusa in Asia, si comporta in maniera analoga alla T. californiniensis.



Gnathostoma spinigerum

Gnathostoma spinigerum

E’ un parassita con ciclo indiretto, di aspetto rigido e lungo fino a 3 cm (le femmine), l’estremità cefalica presenta uncini. Gli ospiti intermedi sono due, prima crostacei acquatici e successivamente mammiferi, uccelli, rettili, anfibi e pesci. E’ un parassita della parte prossimale dell’apparato digerente e si rinviene in noduli sulla parete dello stomaco. Le uova sono eliminate con le feci, se ingerite da un crostaceo si sviluppano L1 e L2. Se il crostaceo è ingerito da un ospite intermedio si sviluppano le L3 nel suo fegato e nella sua muscolatura. Se il cane (ma il parassita colpisce anche il gatto e occasionalmente l’uomo) ingerisce un ospite intermedio infestato, le L3 si svilupperanno ad adulti nello stomaco. Le infestazioni decorrono generalmente asintomatiche sebbene il parassita provochi lesioni alle pareti dello stomaco. La diagnosi si effettua riscontrando la presenza di uova nelle feci, tuttavia non sempre i soggetti infetti eliminano uova.

Ciclo vitale dello gnathostoma


Physaloptera praeputialis e P. rara

Physaloptera praeputialis

Sono parassiti dello stomaco di cane, gatto e di alcuni animali selvatici. Hanno ciclo indiretto con i coleotteri come ospiti intermedi. Topi e rane possono fungere da ospiti paratenici. Causano ulcere allo stomaco e le loro uova possono essere riscontrate nelle feci o nel vomito. Le infestazioni decorrono solitamente asintomatiche ma possono provocare vomito, perdita di peso o presenza di sangue nelle feci. Si eliminano con appositi antitelminici.



Bibliografia


A.A.V.V. , U.C. Davis School of Veterinary Medicine, Book of Dogs. A Complete Medical Reference Guide for Dogs and Puppies, Edited by M. Siegal, New York: Harper Collins, 1995.


A.A.V.V., The Merck Veterinary Manual, Eight Edition, Whitehouse Station (NJ): Merial, 1998.


G.M.Urquart, J. Armour, J.L.Duncan, A.M.Dunn, F.W.Jennings, Parassitologia Veterinaria, Torino: Utet, 1998, edizione italiana a cura di C. Genchi.




Foto spirocerca, Thelazia e Physaloptera rara University of Pennsilvanya, il ciclo dell gnatostoma p del center for disease control and prevention di Atlanta