Perché penso che sia sbagliato consigliare nomi e cognomi di allevatori su un newsgroup pubblico.
In realtà questo problema non dovrebbe nemmeno porsi, perché la pubblicità su usenet è vietata. Anche se i consigli sono disinteressati e in piena buona fede, qualche persona, anche solo per invidia o per rancori personali, potrebbe denunciarci, insinuando che riceviamo dall’allevatore pubblicizzato percentuali sui cuccioli venduti.
Rischiamo perciò di farci “segare” l’account senza tanti complimenti. A un amico che volesse dare consigli troppo espliciti in favore di un allevatore di cui si fida, consiglierei di non farlo su un newsgroup, in primo luogo per questo motivo. Vale la pena inimicarsi persone e affrontare noie di questo tipo solo per voler dare un consiglio a perfetti sconosciuti? (che magari chiedono proprio per provocare). Non è forse più “saggio” rispondere in privato?
Di fatto, però, il problema si pone eccome! Altrimenti non saremmo qui a parlarne.
Una delle particolarità di IDAC, soprattutto paragonandolo agli altri NG è, infatti, una certa “anarchia” e una maggior tolleranza nei confronti di chi non rispetta appieno le regole di usenet.
In generale, gli habitué di questo gruppo non sono così pedanti verso chi non quota, tollerano gli OT, fanno notare gentilmente se qualcuno posta in modo poco chiaro… insomma, nonostante quello che a volte si vorrebbe sostenere, siamo un gruppo molto aperto, tollerante e bendisposto verso il prossimo. Di fatto, malgrado le opinioni diverse e malgrado qualche volta si litighi (è fisiologico), allo stato attuale è altamente improbabile che qualcuno dei frequentatori abituali arrivi a denunciarne un altro per spam. Lo si può criticare, lo si può biasimare, ma non lo si denuncia. Per questo, è già capitato e capiterà ancora che si pubblicizzino allevatori tramite la rete usenet.
Personalmente non ne faccio un dramma. Ciononostante, ritengo che, se prendesse piede l’abitudine di spammare apertamente gli allevatori, ci sarebbero molti effetti negativi per il newsgroup.
In più, (personalmente), mi sentirei a volte a disagio. I motivi li sintetizzerò qui di seguito:
Conseguenze per il newsgroup:
Il mondo degli allevatori, è inutile negarlo, è pieno di invidie e rivalità. Chi frequenta il mondo delle esposizioni o della cinofilia sportiva agonistica sa benissimo come i litigi siano frequenti. I dispetti, le ripicche, le maldicenze sono all’ordine del giorno. Internet è ormai in tutte le case: è impensabile che in un gruppo di persone così grande non siano rappresentati allevatori antagonisti o fan degli stessi. Il rischio (alto) è quindi quello di portare questi rancori personali all’interno del NG e di trasformarlo in un’accozzaglia di flames e litigi privati tra allevatori (come accade in altri forum) che rovinerebbero l’atmosfera serena che dovrebbe caratterizzare un ambiente frequentato da persone che hanno una passione comune.
Con la contaminazione di interessi economici, IDAC perderebbe gran parte della sua “genuinità”. Ovvero, sarebbe sicuramente più attraente per individui che intendono sfruttare questo mezzo gratuito per trarne vantaggi economici. Qualcuno potrebbe crearsi clienti immaginari, che consigliano caldamente il proprio allevamento o altri allevamenti satellite. Qualcuno potrebbe fingersi la classica brava persona tutto casa e famiglia, che ha fatto la cucciolata in casa, per vendere cani di importazione. E tutti i trucchetti che molti ben conoscono, perché comunque già sono presenti nella vita reale. Il rischio è quindi uno spostamento del target degli idacchiani. Non ci sarebbero più solo semplici appassionati che difendono le loro opinioni, ma sempre più persone che difendono i loro interessi economici. Per un profano, sarebbe molto difficile orientarsi tra consigli spassionati di gente competente e consigli di persone il cui obiettivo non è certo quello di aiutare un principiante per pura benevolenza. Anziché proteggere i principianti dai cagnari, si attirerebbero i cagnari su IDAC.
Conseguenze per il mio modo di vivere serenamente IDAC:
Personalmente, mi troverei sicuramente più a disagio e più spesso in situazioni di imbarazzo in un ambiente dove è tacitamente consentito fare nomi e cognomi di persone che vendono cuccioli. IDAC raggruppa una gamma molto ampia di persone interessate ai cani per diversi motivi. Ci sono allevatori, semplici proprietari, persone vicine agli sport cinofili, persone particolarmente sensibili al problema del randagismo, chi fa expo, chi fa solo prove di lavoro, chi va a caccia e chi tiene il cane sul divano. E non ci sono solo nick e personaggi anonimi ma persone note, che spesso e volentieri s’incontrano nella vita reale. Trovo che sia molto bello avere l’occasione di un confronto così ampio e così aperto sui temi più disparati che orbitano intorno alla cinofilia. E’ ovvio che per poter mettere in piedi una situazione simile aiuta trovarsi in un ambiente che faciliti al massimo le pubbliche relazioni. Personalmente sono molto aperto e tollerante con chi la pensa diversamente da me, e sono ben lieto di stringere amicizia con persone che fanno scelte diverse dalle mie, ma è scontato che non posso condividere in pieno posizioni molto distanti le une dalle altre. Ed è anche legittimo che possa non piacermi un cane di una persona simpaticissima. Posso apprezzare i consigli di un “vero amico” su argomenti veterinari o di addestramento e nello stesso tempo non approvare che accoppi una femmina che non è mai stata in expo. Di qualcuno che ha più cani può piacermene uno e non l’altro. Di qualche razza posso conoscere diversi allevatori che tra di loro non si sopportano. Insomma: è abbastanza facile incontrare le persone all’uscita dell’expo o nei ritrovi organizzati e dire “oh, che bei cuccioli, come sono carini” o cercare di trovare le cose positive, non per essere ruffiani, ma perché solo cercando il positivo negli altri ci può essere un arricchimento culturale. E’ meno facile non consigliare un allevamento, quando l’allevatore sa benissimo che tu lo conosci e si aspetta che ne parli bene. Insomma, personalmente, preferisco potere avere la scappatoia del “non è permesso” e, se proprio sono sicuro al 100%, consigliare in privato.
Anche se ho fronte a persone fidatissime, dalle quali comprerei cani in prima persona, sono sempre molto titubante a consigliarli ad altri, specialmente a persone che non conosco. Un cane non è un prodotto in serie. Non ce ne sono due uguali. Può sempre capitare che, malgrado le premesse più rosee, il soggetto acquistato non risponda a pieno alle aspettative del cliente. A volte, la responsabilità può essere anche del cliente. Quanti allevatori che ritengo ineccepibili mi hanno raccontato di controversie con clienti insoddisfatti. E’ una bella responsabilità consigliare un cane. A volte ci si sbaglia a scegliere la moglie (o il marito), figuriamoci se non si possono fare valutazioni errate su un allevatore! Ma finché si tratta del cane che scelgo io, sbaglio sulla mia pelle. Quando si tratta di far sbagliare altre persone, la cosa per me è più grave. Anche perché c’è di mezzo un essere vivente. Io starei veramente male se scoprissi di aver caldamente consigliato un soggetto che non ha mantenuto le promesse, in particolar modo se si è rivelato non godere di buona salute. Insomma, è una responsabilità che potrei prendermi con poche persone di cui ho la massima fiducia (e su IDAC ce ne sono almeno un paio), ma in ogni caso lo faccio privatamente. Anche perché continuo a pensare che non sia carino, dimostrare apertamente che dell’allevatore X mi fido come di un fratello, e dell’allevatore Y no. Specialmente se entrambi si sono comportati da amici. Ma non basta essere amici ed essere simpatici per riprodurre buoni cani.
In linea con lo spirito del Newsgroup potrei, al limite, ammettere che qualcuno racconti la propria esperienza col proprio cane raccontando pubblicamente di essersi rivolto all’allevatore X, di esserne rimasto soddisfatto o deluso. Quando invece vedo che una stessa persona consiglia decine e decine di allevamenti di razze diverse, solo per esperienze indirette o per sentito dire, non posso che pensare che questi consigli siano dati con troppa leggerezza. Io non me la sentirei.