Lucky

di Ivana Spelta

Erano trascorsi 5 mesi dal giorno in cui Billy aveva raggiunto il paradiso dei cani e cominciavo a sentire un grande vuoto, quando tornavo a casa non sentivo nessun fremito di vita e non vedevo muoversi nulla, le stanze desolatamente deserte e silenziose, nessuno che mi aspettava e mi faceva le feste!
Cominciò a rinnovarsi il desiderio di avere ancora accanto un amico fedele. Una notte feci un sogno che mi rimase molto impresso, sognai che qualcuno mi diceva, “...non è vero che Billy è morta, e vidi lei raggomitolata accanto ad un altro cane, piuttosto grosso, bianco con delle macchie beige chiare“.
Dopo tale sogno il desiderio divenne sempre più forte, mio figlio Maurizio mi disse che la sua amica Cristina, veterinaria, gli aveva segnalato che c'era una cucciolata di barboncini e di boxer, optai per i barboncini, ma il giorno dopo quando telefonai erano già tutti accasati.!!!! Provai ad andare al centro veterinario Alto Lambro dove spesso ci sono bigliettini nella bacheca che offrono cani. Presi due o tre numeri di telefono, ma nessuno rispose a quei numeri.
Fui presa da una strana smania, una strana sensazione, come un forte richiamo che mi diceva : “c'è un cane che ti chiama, c'è un essere che ha bisogno di te!!!“. Mi recai dalla mia amica Diana, molto amante degli animali, ha avuto anche lei due cani, dopo che le dissi che non riuscivo a trovare un cane mi consigliò di andare al canile dove c'erano sia cuccioli che molti cani adulti bisognosi d'affetto. Seguii il suo consiglio e andai immediatamente al canile di Brugarolo,(Merate). Non ero mai stata in un canile, appena parcheggiai l'auto sentii un abbaiare concitato e corale di centinaia di cani e un penetrante odore di escrementi, erano i primi giorni di agosto, faceva caldo e già molte persone erano in ferie.
I volontari del canile mi aprirono e chiesi loro se avevano dei cuccioli, mi mostrarono una delle prime gabbie dove vi erano tre cuccioli: due bianchi e neri di piccola taglia e uno bianco con macchie beige un poco più grosso, i due più piccoli si davano un gran da fare a leccarmi le dita delle mani che avevo appoggiato alla rete della gabbia, scodinzolavano e non sapevano più come farsi notare, quello bianco stava un poco più in disparte.
Era molto difficile fare una scelta fra tutti quegli esseri così bisognosi di affetto e di cure, come si fa a scegliere?? In base a cosa?? Alla bellezza?? Alla vivacità??? Chiesi di poter entrare nella gabbia ed avrei deciso per il primo che mi si avvicinava, ma non fu così, anche dentro la gabbia la decisione era difficile, mi piaceva di più quello bianco perché mi sembrava di scorgere una nota di malinconia nello sguardo e forse perché era più grosso e comunque era un gran bel cane, un meticcio Labrador.
Il volontario notando che ero ancora indecisa, mi aiutò dicendomi: “quello bianco è stato più sfortunato degli altri perché abbandonato due volte, in tre mesi di vita!!!“. Fu la frase determinante e decisi per lui. Aveva solo circa tre mesi ma era già piuttosto grande, un meticcio Labrador incrociato forse con un pointer. Non sapevo come funzionano le adozioni in un canile e pensavo di poterlo portare a casa subito, ma mi dissero che avrei dovuto attendere la telefonata di una volontaria veterinaria che me lo avrebbe portato direttamente a casa, però non sapeva esattamente quando.

Tornai a casa felice con l'immagine dello sguardo di questo cane, in quel mentre ebbi come un flash e mi resi conto solo allora che era il cane che avevo sognato alcuni giorni prima, era lui, uguale!!!! Cominciai a pensare quale nome dargli, non avevo pensato ad un nome maschile, avevo l'idea di adottare ancora una femmina, come la precedente, poi mi sovvenne un nome che speravo fosse di buon auspicio per lui, lo chiamerò LUCKY che in inglese vuol dire fortunato, per scongiurare la sfortuna che aveva avuto fino a quel momento di essere stato abbandonato due volte!!
Andai a comperare subito una bella ciotola grande, del cibo per cuccioli, preparai un cesto con un cuscino di spugna, nell'attesa che arrivasse.
Trascorse un giorno e nessuno telefonò, andai al canile a trovarlo, per me era straziante doverlo vedere ancora rinchiuso nella gabbia e non poterlo avere con me, lo chiamavo con il nome che gli avevo dato, mi sembrava sempre piuttosto tranquillo, non dava segni evidenti di farsi notare come gli altri due più piccoli. Altri tre giorni passarono senza che fosse giunta la telefonata aspettata, ogni sera di un giorno trascorso in attesa andavo al canile, volevo vederlo, volevo carezzarlo, il terzo giorno protestai vivamente e finalmente riuscii a parlare con la volontaria che mi promise mi avrebbe portato Lucky mercoledì 4 agosto verso mezzogiorno. Ero trepidante, continuavo a guardare l'orologio, finalmente arrivò la veterinaria, una ragazza giovane con la gabbia in mano, mi disse che non voleva il guinzaglio ed aveva dovuto metterlo nella gabbia.
Appena entrato in casa e liberato dalla sua prigione, si guardò intorno incuriosito, gli apersi la porta che dà sul giardino, la veterinaria mi fece molte raccomandazioni e mi diede il libretto sanitario, poi se ne andò e disse a Lucky :“ guarda Lucky che non ti voglio più vedere…!!!! Non avrei mai immaginato quanto sarebbe stato vero questo augurio!!!
Quel giorno, nel pomeriggio, dovevo fare una visita guidata, con pochi partecipanti, non volevo per nessun motivo lasciarlo di nuovo da solo, perciò decisi che me lo sarei portato con me in macchina alla gita.
Salii le scale per vestirmi, lui ai piedi della scala cominciò a guaire per farmi capire che non era capace di fare le scale, probabilmente non le aveva mai fatte e viste. Allora lo presi in braccio e lo portai di sopra, lui sempre vicino a me mi guardava, poi feci per scendere, ma aveva ancora paura e si impuntava, lo ripresi di nuovo in braccio e scesi con lui le scale.
Fu poi difficoltoso mettergli il guinzaglio, non voleva costrizioni, si metteva sdraiato sulla schiena e si divincolava, dopo alcuni tentativi riuscii finalmente a mettergli il guinzaglio e lo caricai in macchina. In auto stava tranquillo sul sedile senza abbaiare e sonnecchiando.
Quando fummo arrivati, le donne che partecipavano alla gita fecero molti complimenti al cucciolo e iniziammo a camminare. Lucky non amava camminare o forse è meglio dire che era stato costretto per molto tempo a stare in una gabbia di 2 mt per 2, non era allenato e probabilmente troppo piccolo per affrontare subito tante novità e fatiche.
Un poco camminando, un poco prendendolo in braccio percorremmo un buon tratto di strada in mezzo ai prati, Lucky era felicissimo quando vedeva l'erba alta, si rotolava dentro e non voleva più saperne di continuare a camminare. Non abbaiò mai, solo quando vide i cavalli, le capre e le galline abbaiò forte e tutti furono sorpresi dal suo esordio.
Lungo la strada del ritorno in auto dormì per tutto il percorso, molto stanco di quella sua prima uscita con tante cose nuove che non avrebbe mai immaginato di vedere e scoprire.

Proprio nel momento in cui stavo per parcheggiare la macchina in garage arrivò Maurizio, il quale non aveva fatto ancora la sua conoscenza, come lo vide esclamò: “che bello!!“ Lui subito scodinzolò e gli diede leccatine festose. Era molto socievole, curioso, amava in particolar modo i bambini i ragazzi e tutti gli altri suoi simili, andava loro incontro e voleva fare festa a qualsiasi persona che incontrava. Entrammo in casa e dissi a Maurizio: “ora salgo le scale per cambiarmi, poco fa non era in grado di salirle e l'ho dovuto prendere in braccio, stai con lui a fargli compagnia mentre io vado su“. Non feci in tempo a terminare la frase, mentre mi accingevo a salire, Lucky mi seguì senza esitazioni quasi di corsa, salì con me e ridiscese senza problemi.
Restammo stupiti entrambi, come aveva potuto prendere così tanto coraggio e forza in poche ore??!!!
Si ambientò subito, non si allontanava mai dalla mia persona, era come un'ombra e quando ero costretta a lasciarlo solo guaiva come un pazzo disperato, io a mia volta non riuscivo a sopportare sentirlo lamentarsi e dove potevo lo portavo sempre con me. L'unica cosa quando vedeva il guinzaglio si rotolava nell'erba e non voleva farselo mettere, poi non voleva salire in macchina, ma una volta che era dentro stava buono e tranquillo, era l'unico posto dove non facesse disastri.
Tutti i vicini di casa lo ammiravano e molti che mi davano solo un cenno di saluto da 18 anni si fermavano a chiedere informazioni del cane e di me. Socializzavo con tutti per la strada, proprietari di cani e non.

Era un cucciolo molto distruttivo, morsicava tutto, aveva una frenesia nei denti e tutto ciò che gli capitava lo mordeva, anche quando andavamo a passeggio camminava con il muso basso radente terra, sembrava un aspirapolvere e tutto ciò che trovava lo mangiava, era un continuo dire no!!! Tirarlo e fargli sputare ciò che aveva messo in bocca.
Era molto affettuoso, socievole con tutti, non c'era persona che non esclamasse quanto era bello e non si fermasse ad accarezzarlo, molti suoi simili, soprattutto cani giovani giocavano volentieri con lui. Un giorno venne a trovarci mia sorella con la sua Zoe, una golden retriver di un anno, si rotolarono in giardino, ne fecero di tutti i colori e si divertirono un mondo, alla fine Zoe capitolò dalla stanchezza perché Lucky era molto più resistente e giovane.
Ogni giorno lo portavo a fare lunghe camminate, ovunque andavo era con me: al mercato, al lago, al ristorante, alle visite guidate, entrò anche in chiesa il primo giorno che lo portai alle gite, ogni giorno andavamo a prendere un cono gelato e lui aspettava pazientemente guardandomi fisso che terminassi il gelato e gli dessi il cono da mangiare, che divorava con gusto!! Un giorno lo portai alla casa al lago e trovò una rana di gomma che suonava a premerla, era il giocattolo di Zoe che mia sorella aveva lasciato nella casa di nostra proprietà comune. Al momento fu divertito e stupito del suono che emetteva la rana, faceva dei piccoli saltelli e balzava sullo strano oggetto, poi prese sempre più confidenza e alla fine la morsicò facendola in mille pezzi!!!
Dormiva sul tappeto ai piedi del mio letto, quando era mattina si faceva capire che doveva uscire per fare i suoi bisogni, quando decideva che avrei dovuto alzarmi e giocare con lui non c'era nulla da fare, continuava a mordicchiarmi per fare in modo che gli dessi retta, cresceva a vista d'occhio, dopo due mesi trascorsi con me era diventato il doppio.

Una sera decisi di andare con lui a Bergamo alta, dove vi erano i musei aperti. Arrivammo alla funicolare, ma non lo fecero salire, dovemmo così percorrere una lunga scalinata ripida, Lucky ormai aveva preso forza e correva, io un poco meno, allora gli dicevo di aspettarmi, lui si voltava, mi guardava, sembrava capire la mia difficoltà e rallentava. Era una bellissima sera d'estate con stelle e luna sfavillanti, camminammo per tutta Bergamo alta, quando arrivammo davanti al museo però non lo fecero entrare, tentai di lasciarlo attaccato con il guinzaglio al pozzo del cortile, ma cominciò ad urlare come al solito, probabilmente era terrorizzato di essere nuovamente abbandonato. Restai nel cortile dove vi era della ghiaia, lui ovviamente mordicchiava i sassi, fortunatamente poco dopo arrivò una famiglia con una golden retriver, iniziarono a rincorrersi a rotolarsi nella ghiaia ed a giocare insieme, quando la cagnetta se ne andò, continuammo a camminare per tutta Bergamo, ad ogni passo c'era qualche giovane che si fermava a guardarlo e carezzarlo, un giovanotto di chinò verso di lui e si fece leccare tutto il viso contento delle effusioni del mio Lucky.
Arrivammo alla piazzetta di S. Pancrazio, dove c'è la fontana cinquecentesca, chiesi alla signorina che serviva ai tavoli del bar se mi poteva portare un poco d'acqua per Lucky, ma mi rispose che non aveva ciotole e che tutti i cani si abbeveravano alla fontana, allora lo sollevai fino al bordo e lui buffamente bevve l'acqua della fontana. Tutti gli astanti che erano ai tavolini del bar risero divertiti dalla strana scena.
Quella sera avremo percorso più di 12 chilometri comprese salite e discese, arrivammo al parcheggio della macchina poco prima che chiudesse, entrambi sfiniti ma molto felici della bella serata trascorsa.
Lucky era molto buffo si abbeverava dai fontanili direttamente leccando l'acqua che scorreva dal rubinetto e faceva la medesima cosa quando innaffiavo il giardino, si metteva sotto l'annaffiatoio incurante dell'acqua che scendeva a spruzzo e gli bagnava il muso. Trascorsero così due mesi e cinque giorni sempre insieme, intensi, felici.
Una notte feci di nuovo un sogno: “ Lucky non era più con me, non sapevo dove fosse andato, ero disperata e mi svegliai piangendo, ero molto turbata“.
Alcuni giorni dopo, era sabato 9 ottobre 2004, al mattino ero andata con lui a Trescore a vedere l' oratorio affrescato da Lorenzo Lotto per documentarmi. Tornai verso le h.13,00 e vidi che fuori dal cancello c'era il cartello del ritiro della carta per l'oratorio. Entrai in casa, presi il pacco di carta da portare fuori, aprii la porta di casa e Lucky, come al solito, mi seguì, apersi il cancelletto che dà sulla strada principale, in genere Lucky stava sempre vicino a me, non si allontanava, ma non ebbi il tempo di pensare o di prendere il guinzaglio od afferrare Lucky che lui attraversò la strada di corsa attratto da non so cosa,....e in quel mentre arrivò una macchina che lo travolse in pieno. Non avevo fatto nemmeno in tempo a pronunciare il suo nome, sentii lo schianto e vidi il volo ... Lanciai un urlo e in quel mentre anche il mio cuore si fermò.!!! Giacque a terra immobile, non dava segni di vita, respirava ancora, sembrava mi guardasse, capii immediatamente che non ci sarebbe stato nulla da fare, poco dopo non respirò più, spero non abbia sofferto. Ora è nel paradiso dei cani insieme a Billy.
E' stato breve il tempo trascorso insieme, avrei voluto vederti adulto, più saggio, avrei voluto vivere e godere della tua compagnia per molti anni, ma è stato un periodo così intenso e felice che te ne sono grata, spero solo di averti potuto offrire anch'io due mesi e cinque giorni di felicità.

Perché mi hai chiamato Lucky, perché avevi scelto proprio me se la tua vita su questa terra era già designata per così breve tempo??? So solo che ti ho amato molto per il poco tempo concessoci.

Quanto piccoli ed impotenti siamo noi tutti esseri viventi di fronte al destino, o come vogliamo chiamare questa entità superiore che non possiamo programmare e prestabilire, siamo piccole pedine, meteore, in un cosmo brulicante di diverse forme di vita.

La tua amica umana Ivana

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