La storia del nostro cane week end Pucci dal 1992-1998
Pucci era un fuoriclasse, meticcio, fulvo, taglia media. Era il mito di un piccolo paesino della Valnerina.
Noi abbiamo avuto la fortuna di fare la sua amicizia pian piano andando sempre a fine settimana, durante le ferie e le festività nella nostra casetta di montagna.
Pucci era libero, i padroni l'avevano legato alla catena quando era piccolo, poi ci hanno rinunciato, forse perché questo cane era troppo intelligente.
I suoi padroni, o meglio, la padrona era accompagnata da Pucci a fare la spesa. Al mattino Pucci accompagnava i ragazzi al pullman. Alla domenica accompagnava la famiglia in chiesa e poi li andava prendere all'ora giusta dopo messa.
Poi siamo arrivati noi, amanti degli animali. Siamo arrivati nella via di Pucci e gli abbiamo portato via il meleto, dove lui faceva senz'altro dei bei pisoli. Hanno costruito alcune villette a schiera, una delle quali è stata acquistata da noi.
Pucci ci studiava all'inizio. Quando vedeva arrivare la Jeep rossa veniva lì a salutarci e ci seguiva in giardino. La prima foto sua mostra un cane pensieroso e sulle sue, e poi….
Si, Pucci sapeva contare i giorni. Venerdì si appostava davanti al nostro cancello e controllava la nostra via fino all'incrocio in fondo. Non faceva fatica, perché questa strada è quasi privata, finisce qui davanti all nostra casetta e poi inizia il bosco. Pucci era padrone della zona. Di fronte a noi abita tuttora la nonna Adele, la mamma della padrona. Pucci aveva da lei un terrazzino con vista. Dalla nonna purtroppo riceveva solo un biscotto e qualche avanzo di cucina. La padrona abita sopra di noi - si arriva solo attraverso il bosco. Lei serviva a Pucci la pastasciutta e se non si presentava, la dava alle galline. Pucci aveva una brutta cuccia davanti casa che chiaramente non usava. Lui dormiva da qualche altra parte durante la settimana, forse nell'ingresso della casa dei suoi.
Dopo circa due mesi di conoscenza con lui arrivavano le nostre prime ferie di fine Anno nel 92.
Non ricordo bene i dettagli, ma Pucci andava d'accordo con le nostre gatte e così poteva entrare in casa durante il giorno. Lui soffriva il caldo del riscaldamento e quando voleva uscire emetteva un breve "Bepp" ed io correvo per aprirgli la porta ed il giardino.
Claudio, mio marito, ha costruito subito una cuccia per Pucci. Era fatta di perline di legno con un' incisione con il suo nome sopra l'ingresso della cuccia.
Pucci mangiava da noi e dormiva da noi in cuccia, la quale era attrezzata con pezzi di moquette di lana di pecora, con un plaid di lana scozzese ed una tendina contro il freddo.
Lui accettò subito questa bella cuccia davanti casa, in posizione strategica e protetta.
Cosi nacque la nostra grandissima amicizia con Pucci.
Dalla sua famiglia abbiamo saputo che Pucci aveva perso un grande amico, il suo vero padrone. Era un fratello della Antonietta, la padrona iniziale. Quest'uomo andava con Pucci nei boschi ed un giorno, forse per gravi problemi personali che non conosciamo, si è tolto la vita. Pucci aveva capito subito che serviva aiuto ed era corso dalla nonna per chiedere di accompagnarlo, abbaiando a più non posso. L'Adelina non capiva bene, ma si rendeva conto che qualcosa non andava per il suo verso. Dopo tanto abbaiare alcune persone della famiglia seguirono Pucci nel bosco dove purtroppo era già successa la tragedia e non c'era più niente da fare per il suo padroncino.
Tutto il paese lo seppe e tutti ammirarono Pucci per il suo coraggio.
Quando andavo fare la spesa di sabato mattina, Pucci veniva con me e mi aspettava fuori al negozio.
Pucci si gestiva da solo e quando andava in paese doveva attraversare la strada principale che porta fuori del paese e dall'altra parte si prosegue per il centro paese. Questo cane intelligente si fermava e guardava come una persona, a sinistra e poi a destra, dopo si accingeva per attraversare la strada.
Pucci correva dietro ad un altro fratello dell'Antonietta, Giuseppe, quando andava al cimitero sulla tomba del suo ex-padroncino. Lui voleva entrare al cimitero e faceva finta di ubbidire, poi si infilava invece da un buco del muro di recinzione perché doveva andare trovare la tomba!
Pucci diventava sempre più affettuoso con noi e così era una tragedia quando dovevamo andare a casa di domenica sera. Pucci ci correva dietro come un razzo. Per fortuna sbagliava sempre strada e andava dritto in paese, facendo la strada parallela. Noi tremavamo ogni volta, visto che Pucci attraversava di corso la strada principale e la gente si meravigliava vedendo da una parte questa freccia di cane e noi che acceleravamo al massimo. Sembravamo padroni che si disfacevano del proprio animale.
Un bel giorno Pucci si accorse che sbagliava strada e tagliò il prato per arrivare quasi davanti alla nostra macchina. Abbiamo frenato all'ultimo e abbiamo capito che per poco non ammazzavamo il nostro carissimo amico. Quella volta tornammo dalla nonna, pregando di tenere Pucci chiuso per 10 Minuti minimo. Dato che non poteva entrare in casa dell'Adelina, il figlio Giuseppe chiuse il cane in una specie di cantina dandogli un biscotto. Ci dispiaceva, ma era l'unico modo per essere tranquilli.
Dato che Pucci temeva i botti e fuochi a fine anno, Claudio pensò ad una miccetta, quando andavamo via. Questo trucco l'abbiamo usato per sole due volte, poi imitammo il verso con la bocca e Pucci andava dalla nonna sul terrazzino. Era sempre un po' turbato ma poi gli passò subito, ma non sempre mangiava nei giorni seguenti, diceva l'Antonietta.
Dopo un certo lasso di tempo Pucci, vedendo le nostre valigie, il frigo-box e la chiusura della casa, capiva che si trattava di partenza e andava via da solo con l'aspetto un po' di cane bastonato, ma senza rischi per lui e noi.
Pucci sapeva comandare bene. Durante il giorno ed anche fino a mezzanotte si doveva fargli da portiere non so quante volte e pensavamo ad una uscita per lui nel cancello, la quale però non è mai stata realizzata. Durante le ferie in agosto mi aiutava la mia vicina nel aprirgli il cancello grande, quando si presentava li, perché lo vedevo subito.
Al mattino mi alzavo sempre alle 7.00 per farlo uscire di casa ….e si, l'amico aveva ricevuto una branda! Dato che d'inverno faceva troppo freddo, Pucci dormiva in casa!
Pucci era un ammiratore delle nostre gatte. Fuori sulla strada, ogni gatto era preda di Pucci! Le nostre feline per fortuna, non uscivano dal nostro giardino!
Quando Pucci era in amore, noi soffrivamo per lui, perché il cane non dormiva da noi e si presentava poco per mangiare. Una volta si era lamentata una Signora con l'Antonietta, poiché Pucci non si spostava dall'ingresso di casa della cagnetta in calore. Antonietta chiuse Pucci sul suo terrazzo che si affaccia sulla valle. Tutto il paese sentì abbaiare Pucci per quasi una settimana.
Con Pucci si facevano delle belle passeggiate nel bosco. Lui era sempre vicino a noi ed ubbidiva ai nostri comandi. Purtroppo Pucci soffriva l'auto. Nonostante che Pucci amasse tanto la nostra Jeep, quando lo portammo dal veterinario regolarmente stava male.
La storia va avanti per bellissimi 6 anni. Pucci amava il nostro giardino. Si cercava sempre posticini all'ombra per fare le pennichelle.
Una volta passeggiavo con amici e Pucci nel paese. Lui doveva essere libero e doveva perlustrare i cortili degli altri cani. Quando entrò in un cortile dove abitava un cagnetto terribile tutti e due i cani si azzuffavano come pazzi. Non serviva urlare o pregare, i due cani dovevano darsi una lezione. Finalmente arrivavano i padroni della piccola peste indescrivibile e non ricordo come, i cani hanno smesso di mordersi. Pucci tremava e zoppicava ed io piangevo e pregavo. Alla fine ho preso il mio Pucci (forse 15 kg di peso allora) e salutando gli amici milanesi, dicendo di proseguire da soli, invertiì la rotta per casa. Arrivati in fondo all'inizio della nostra via, Pucci dava segni di voler scendere, anche perché io non reggevo più. Il cane camminava quasi normale ed io ringraziai, che questa volta ci era andata bene. Dopo quest'esperienza è stato fatto il patto con Pucci che si usciva solo con il guinzaglio e nient'altro.
I nostri amici accettavano tutti il Pucci, solo Mario aveva qualche problema. Pucci sapeva riconoscere queste persone. A casa nostra Pucci poteva fare quel che voleva, ma devo dire la verità lui non approfittava. Lui andava sempre fuori dal giardino per fare certi servizi.
A fine anno, Pucci si nascondeva in cucina per via dei fuochi artificiali etc. Dopo la mezzanotte andavamo a controllare se tutto filava liscio.
Nel 1998 è arrivata una piccola rivale di Pucci e lui ha sofferto tanto di gelosia. Il 13.12.1997 abbiamo trovato Lucy abbandonata sulla strada per Morbegno. Pucci ha accettato abbastanza bene questa cucciola, che peraltro poteva essere sua figlia.
Dato che Lucy doveva passare tutte le ferie natalizie fino al 7. di Gennaio 98 con noi e dopo l'avrebbe presa il suo nuovo padrone Enzo, Pucci doveva stringere parecchio i denti durante quel periodo. Lucy voleva giocare, lui noi. In più Lucy rubava anche la branda di Pucci, era una sofferenza per il nostro amato cane. Purtroppo, Pucci aveva in quei giorni anche un problema di salute. Lui stava male di stomaco, visto che mangiava in giro anche cibi non ad hoc, perché lui chiedeva da mangiare a quelle persone che stimava. Soltanto, le persone estranee che non hanno cani offrono dal biscotto alla focaccia etc., pur di accontentare l'animale. Pucci accettava sempre tutto e forse cosi e successo che gli era venuta una colica, cosi disse il veterinario dopo. Pucci non riusciva stare tranquillo da noi per colpa di Lucy. Per questo motivo quella volta è andato a casa, dove cercava un posticino adatto per smaltire il male. Io chiamavo i padroni per avvisare ed per due giorni il nostro Pucci ha dormito al caldo (nel locale caldaia con coperte di lana!), senza mangiare. Il terzo giorno siamo andati a prenderlo e lui stava bene e scodinzolava. L'abbiamo fatto visitare subito, senza esito.
Lucy doveva passare le ferie di agosto 98 con noi, visto che i padroni avevano fatto questa opzione (!). Io accettai pensando ad eventuali problemi di gestione con i due cani.
In luglio di quell'anno, il nostro Pucci era in amore ed era veramente magro, stanco e disattento per i miei gusti. Io l'avrei chiuso in casa per un po', solo la padrona non l'avrebbe fatto ed io ho tentato per due giorni nel nostro giardino con la clausura. L'Antonietta gli avrebbe dato da mangiare. Pucci faceva impazzire tutti con i suoi concerti di abbai, cosicché tornava e caccia della sposa.
Non ero tranquilla per niente questa volta. Il Venerdì successivo arriviamo al paese e vediamo facce tristi. La mia vicina ci da la terrificante notizia: il nostro Pucci è andato nel cielo, ci ha lasciati!
Qualcuno ha investito Pucci con l'auto senza soccorrerlo! Ci siamo messi a piangere tutti come dei disperati!
Come è successo: Pucci era tranquillo sul bordo della strada vicino il campo sportivo, dove non c'è marciapiede. Anche un pedone è a rischio da quelle parti. E' passato una macchina della Val Masino (la gente lo sa) che ai tempi dovevano passare di li per via della Frana nella loro valle. A Pucci è stato fatale questa combinazione di gente forestiera, che andavano veloci e fregandosi delle cose preziose altrui.
Il nostro povero amore ci aveva lasciati per sempre. Pucci è morto da Signore, con dignità, non ha sofferto. E' stato veloce il passaggio al paradiso dei cani o forse al nostro paradiso?
E' stato scelto un bel posto ombreggiato su un bel prato dei suoi padroni. Noi abbiamo messo una lapide di marmo con i suoi dati e pensate, tanta gente e venuta a cercare la sua tomba! Il prato aveva un sentiero battuto, tante persone l'hanno salutato per l'ultima volta, il nostro Puccioni.
E' stato un cane indimenticabile, dolce, affettuoso, intelligente come non abbiamo visto uno. Lui ci ha regalato tanto ed ora lo sapranno anche tante altre persone estranee.
Pucci ha una figlia che gli somiglia tanto, Molly. Questa cagnolina è stata salvata - pensate - dal bidone dell'immondizia, dove avevano buttato la sua mamma incinta!
Ciao, Pucci, ti ricorderemo per sempre, sei rimasto nel nostro cuore e forse ci hai mandato Alibi, il Setter del vicino che si comporta con noi in maniera troppo simile a te! Grazie, Pucci, per quel che ci hai dato in tutti questi anni. Meritavi una vecchiaia con noi, peccato.
I tuoi padroncini week end, Birgit e Claudio con Motti, Tigre e Bussi.
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