La storia di Pepe

Ero su una nave che faceva linea tra Costanza (Romania) e gli Stati Uniti. All'epoca dei fatti la Romania era ancora governata da Ceausescu.
La nave attracca al porto di Costanza. Era maggio, ma faceva ancora piuttosto freddo. A quell'epoca ogni nave aveva un soldato di guardia allo scalandrone (lo scalandrone sarebbe la passerella per salire a bordo), ufficialmente per evitare fughe di membri dell'equipaggio, in realtà per controllare che non si imbarcassero clandestini. Questi soldati, ragazzi sui 20 anni, erano letteralmente alla fame e si arrangiavano vendendo qualsiasi cosa in cambio di sigarette, che poi trasformavano in bistecche e salsicce al mercato nero. Vendevano di tutto: i distintivi della divisa, il loro colbacco, sospetto che avrebbero venduto anche il kalashnikov in dotazione. Un giorno uno di loro arriva con una scatola di cartone con dentro tre cuccioli che, apparentemente, erano cani, ma non ne eravamo molto sicuri.
Un po' per tenerezza verso questi botoli, un po' per compassione per quel ragazzo, ne prendiamo uno in cambio di due stecche di sigarette. Il cucciolo avrà avuto si e no un mese ed era verde..non verde di freddo, letteralmente, il pelo era verde..E' stato il primo ed unico cane verde che abbia visto in vita mia.
Una volta a bordo, il primo problema era: dove lo mettiamo? Decidiamo di metterlo in una cassetta di legno sistemata in un corridoio, in maniera che non desse fastidio a nessuno. Purtroppo abbiamo scoperto ben presto che a qualcuno dava fastidio la sua sola presenza: una volta avevo appena finito di dargli da mangiare che arriva un marinaio che, senza nessun motivo al mondo, tira un calcione alla cassetta -con dentro il cucciolo- che ha fatto rimbombare tutta la nave. Non poteva più stare li! Chissà quanti calci quel figuro aveva già tirato alla cuccia e quanti ne avrebbe tirato in futuro.
Dove metterlo, allora? Il secondo ufficiale propone di sistemarlo sul ponte: li c'è sempre qualcuno di guardia che lo avrebbe potuto tenere d'occhio. Aggiudicato!
Tutto bene durante la traversata dell'Atlantico ed arriviamo negli Stati Uniti. In porto sul ponte non c'è nessuno, visto che la nave è ferma. Chi si era preso l'incarico di accudire il cucciolo questo particolare lo aveva dimenticato: quella povera bestia era rimasta per tre giorni senza mangiare e bere, fino alla partenza della nave. Dopo questo episodio ci siamo sentiti talmente in colpa che avevamo istituito il servizio di guardia-Pepe (lo avevamo chiamato così) 24 ore su 24. 7 giorni alla settimana.
Sono sbarcato per la mia licenza e quando sono ritornato a bordo lo ho ritrovato: ormai diventato quasi adulto, sempre più verde, brutto come il debito e feroce come una iena. Cercava di mordere tutti quelli che gli si avvicinavano. Chissà, una volta sbarcati quelli che lo curavano cosa gli era successo e cosa gli avevano fatto, quanti calci si era dovuto sopportare… La storia però si è conclusa bene. Un marinaio gli si era affezionato, ed il cane a lui. Quando la nave ha fatto un viaggio a Venezia lo ha messo in una cassa di legno, caricato sul treno e spedito a casa. Per quanto ne so, da quel giorno Pepe ha vissuto la sua vita felice e contento, senza nessuno che tirasse calci alla cuccia e senza che nessuno si dimenticasse di dargli da mangiare per tre giorni.
 
Alessandro de Pretis

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