Le Mille e due notti
Ogni sei mesi, le tribù del deserto si riuniscono per celebrare antichi riti Bedù.
Centinaia e centinaia di chilometri vengono percorsi lungo le infuocate piste a tre corsie del Sahara celtico, una lunga teoria di cammelli instancabili e pazienti. Certo, con gli anni un pò di poesia si è persa, quasi tutti viaggiano con i nuovi cammelli di ferro ad aria condizionata, la quale, come afferma il saggio El Andreott, fa male solo a chi non ce l'ha.
Il fatto è che il luogo di raduno era un tempo il giardino di delizie del Corano; poi l'effetto serra, il buco nell'ozono ecc. hanno desertificato tutto, e adesso niente altro che la tradizione porta degli esseri viventi in luoghi simili.
Quasi tutte le tribù sono rappresentate; stavolta c'era solo la defezione della tribù romana, a causa dello sciopero delle carovane di Trenitalia.
Quello delle tribù è un discorso difficile: una suddivisione è stata più volte tentata, ma la complessità dell'argomento ha portato a due semplici suddivisioni: i Matt'i e i Kolk'a.
Matt'i in lingua bedù vuol dire "cinofilo appassionato che porta il suo cane con se dovunque", Kolk'a invece "Kol kazzo che porto il mio cane in quell'inferno".
Nonostante questa sostanziale suddivisione, le due tribù fraternizzano senza difficoltà, anche perchè uno o più cani ce l'hanno tutti. A guadagnarci (almeno quello!) sono i cani dei Matt'i, che ricevono coccole moltiplicate e interventi misericordiosi.
L'unico che si distingue è El Volp Ross, che del cane ha solo una parte del cervello.
Poi ci sono Kolk el Nonn e la moglie, che partono in piena notte e vanno a rifugiarsi a Fort DeLa Ville, un insediamento ad aria condizionata della Legione Straniera.
Comunque l'anima di tutto è Matt el Rossell; dimostra capacità organizzatrici straordinarie, e nelle radiocomunicazioni adotta una variante del sistema dei "Windtalkers"; quelli parlavano Navaho, lei indica "ad excludendum": dopo che la beduina ti ha detto tutti i posti dove "non" devi andare scopri che ne è rimasto uno solo possibile.
Ma, infine, Matt'i e Kolk'a si ritrovano all'ombra delle poderose rocce del Gebel el Bennet, con tutti i cammellini (cani) già ansimanti.
All'ombra afosissima del Gebel el Bennet fervono i contatti, i Matt'i esibiscono con orgoglio i cammellini e fanno a chi ce l'ha più lunga (la lingua di fuori), i Kolk'a vanno in giro ciacolando e facendo ghirighiri ai cammellini altrui, congratulandosi fra se e se per la scelta fatta.
Ma il popolo del deserto è individualista al massimo: c'è chi, come Matt el Denis, grande saggio dell'oasi emiliana, ha portato un piumino da cipria che si ostina a chiamare Clizia, chi invece ha portato dal cuore dell'africa due ippopotami, che mostrano chiaramente la mancanza delle acque dello Zambesi in cui bagnarsi e sbavano in quantità industriale.
Il tamtam cellulare porta la notizia che El Volp Ross è sfigato in tutti i sensi, gli si è rotta la carovana da Milano. L'ora del pasto si allontana e i più saggi si addentrano nelle fresche caverne del Gebel in cerca di spuntini e bevande. Fra tanti adulti con la testa di bimbo si aggira una minuscola beduina con la testa di adulto, Matt el Monica; se non fosse per
il fatto che si trascina dietro il microcammello Cico come una macchinina con lo spago, la prenderesti per una idacchiana doc.
E' figlia di Matt el Tessa, dell'oasi meridionale dove tutti sono tonti due volte (Bitonto), e di un papà di cui non ricordo il nome ma che in lingua bedù vuol dire "colui che ha una pazienza da santo".
C'è anche Kolk el Lucia col depresso (nel senso anche di pressione arteriosa) consorte; pensavo che avesse avuto più cervello e si fosse tosata prima di venire...ma dice che la massa di capelli gli fa da radiatore e isolante termico...boh...
Intanto il tempo passa, arrivano gli ultimi che vorrebbero farsi la loro oretta di chiacchiere; vengono ricacciati in malo modo nelle auto e una lunga teoria di cammelli di ferro si avvia dietro il cammello fuoristrada di Matt el Rossel.
Lungo e complicato giro fra le risaie.
A proposito di risaie, adesso qualcuno mi deve spiegare che c... c'era da ridere; ho visto facce attonite, disfatte, sudate, disperate, ma una che ridesse...nisba.
Le risate più fragorose poi sono scoppiate quando abbiamo scoperto che il ristorante non era al livello del mare ma nella Depressione di El Quattara; che l'accesso era consentito solo ai veicoli cingolati e che sembrava non esserci posto per tutti. Comunque, dopo avere invocato Allah e tutto il parentado nelle maniere più disparate, tutti parcheggiano e cammellini al seguito si addentrano nel ristorante. Del pasto parleremo poi; devo solo citare il triste caso di Matt el Asterix che, colto da un colpo di calore, annuncia che lascia i cammellini in macchina "con i finestrini aperti".
Viene legato, picchiato da Matt el Zoot e messo con la testa nel water finché alla terza tirata di sciacquone non rinsavisce e porta i suoi canucci nel giardino.
Dopo lungo e periglioso viaggio, stremati ma felici, siamo giunti finalmente al luogo sacro della celebrazione; ci addentriamo felici nella caverna del Gebel el xxxxxx (nome intraducibile, dialetto locale) e sbuchiamo sul luogo della celebrazione, la grande tettoia sotto la quale sono disposti tappeti e cuscini per il pasto.
L'immediata frase che sale alla bocca di tutti è: CHI È QUELL'IMBECILLE CHE HA ACCESO IL RISCALDAMENTO?
Si, perchè fa più caldo che fuori al sole; qualcuno, temendo che arrivi un alito di vento, ha chiuso uno dei due lati aperti con un tendone a cui sono appesi dei quadri in mostra...l'interesse per i medesimi è travolgente.
Si sistemano all'ombra degli alberi del giardino i cammellini, con semplici legature agli alberi o con elegati recintini portatili, come quello del saggio emiliano; qualcuno viene sistemato sotto la sedia del legittimo proprietario.
Il vostro scriba si siede accanto a El Zoot che ha appunto sistemato il suo bull sotto la sedia; avendo i coglioncini girati (con fondati motivi) il cammellino ringhia a tutti i suoi simili che si avvicinano, maschi o femmine che siano...il mio timore è che tra zampe di cane, di sedie e di tavoli faccia confusione con le zampe umane, e con la scusa delle gambe del tavolo riesco a mettere quasi un metro tra me e El Zoot.
Nel deserto, come noto, la cosa più preziosa è l'acqua; siamo tutti ormai imbarbariti dall'abbondanza di origine tecnologica, ma il muezzin dell'oasi è un tradizionalista, e ci porta bottigline da mezzo litro una alla volta, come è giusto che sia; per quanto riguarda il vino, poi, abbiamo quasi tutti dimenticato il divieto coranico di assumere alcolici, ma pensa appunto il muezzin a ricordarcelo, mettendo li non più di tre bottiglie per i peccatori incalliti.
I bedù si sistemano per gruppi omogenei di età e di interessi; Matt el Rossell gira come una trottola, instancabile nel suo compito di organizzatrice.
Ognuno si guarda intorno, chi in chiacchiere chi in silenzio; per esempio il vostro scriba osserva che, a causa del rinfanciullimento senile e del caldo, si ricorda i nomi si e no di una decina di persone: c'è Kolk el Sabina che distribuisce Autan a fiumi, Kolk el Angel scatta foto come un ossesso, Kolk el Chiara si chiude in bagno, si lava la faccia e fa training autogeno per resistere alla tentazione di scappare.
In breve tempo arrivano i cibi, e la situazione migliora alquanto, trattandosi di roba buonissima; non è il latte e miele del giardino di Allah, ma poco ci manca.
L'unica non interessata è Matt el Monica, la piccola beduina, che ha semplicemente troppo da fare.
Con le prime libagioni la temperatura sale, e Matt el Harada si mette a torso nudo; dopo alcune spontanee osservazioni ("per la barba del profeta, che schifo" ecc.) il consiglio dei saggi si riunisce d'urgenza e ribattezza il medesimo "Matt el Lard". Nella mozione dei saggi è scritto che a torso nudo preferirebbero qualche ragazza, e che se fra queste c'è qualcuna che apprezza lo spogliarello di el Lard va ricoverata d'urgenza.
Fra i primi e i secondi comincia il girotondo delle persone che si alzano e vanno a chiacchierare in giro e a controllare i cani; el Denis viene avvisato che i suoi cammellini sono al sole e Clizia ha raggiunto il punto di fumo, ossia il piumino da cipria ha cominciato a fumare; el Denis si precipita sperando che sia erba di quella buona, invece è solo la cagnina che sta per prendere fuoco.
Alcuni cammellini surriscaldati vengono annaffiati, altri forzosamente abbeverati, altri ancora lasciati liberi di socializzare, e dobbiamo ringraziare Allah se non siamo in grado di capire i loro commenti. Notevole l'ospitalità tutta inglese del cammellino Socks e la vigile calma, da vero Junker prussiano, del povero Max, quello che doveva restare in macchina
"coi finestrini aperti".
A dare i numeri è invece il muezzin e la sua aiutante, che citano tutte le sure del Corano per via delle sedie vuote e della gente in giro; non appare chiaro che c... gliene debba fregare a loro, visto che il pranzo è a prezzo fisso, finchè non comprendiamo che si preoccupa per noi.
Infatti solo restando immobili al nostro posto non rischiamo di lasciar raffreddare il cibo....
Col caffè c'è poi un vero tracollo, tutti sono in giro; il muezzin, esaurito il Corano, mette mano ai Vangeli, non si capisce perchè non metta una tazzina in ogni posto senza rompere i co...., ma evidentemente il caldo ha intaccato anche la robusta fibra del sant'uomo.
Con la fine del pranzo alcuni partecipanti cominciano a mostrare preoccupanti cedimenti strutturali; i più anziani, ma anche alcuni giovani. Non che sia una regola; el Zoot, per esempio, strafatta di cinofilia, non molla.
In particolare ci sono problemi per ritrovare la pista fino al forte della Legione per quelli che ivi pernotteranno. El Nonn e el Angel si sfidano come due vecchi galletti: "Se tu ci guidi fino al Bennet, poi io vi guido fino all'albergo".
El Angel accetta la sfida, Matt el Tessa e Matt el Asterix si accodano.
L'uscita dal parcheggio viene fatta in silenzio, il nome di Allah è gia stato nominato invano troppe volte.
Seguiamo el Angel nella sua coraggiosa sfida, ma non possiamo celare un ghigno di sadica soddisfazione quando ci costringe a fare dietrofront a un rifornitore.
Infine arriviamo al Bennet e vediamo con orrore che el Angel, con la dirittura mentale tipica dei beduini cacciatori, si stà infilzando dentro il parcheggio, la mattina vuoto, adesso bolgia infernale. Riusciamo ad uscirne dopo molte bestemmie e un tentativo di infrociare il fuoristrada di una urì da cinquanta piastre e prendiamo la via di Fort DeLa Ville, dove giungiamo in breve tempo e (cu... pazzesco) senza errori.
L'aria condizionata ci avvolge nell'atrio come il respiro di Allah, ci precipitiamo nelle nostre camere, ma scoppia subito la tragedia: a Kolk el Angel hanno riservato una stanza senza condizionatore, buona per cuocerci le piadine del deserto romagnolo. Il beduino e la consorte scappano a Tell el Milan, mormorando oscure minacce di telefonare a un loro intimo amico saudita, un certo Bin Laden.
I tre gruppi superstiti si riposano un paio di orette al fresco, finchè non li convoca el Asterix dicendo che el Rossel ha telefonato (sono le otto e sono ancora al ristorante...che fisici!) per organizzare ritrovo nel suk di Tell el Paviah.
Si decide di portare fuori i cammellini a sgambare un pò: quaranta gradi all'ombra, 120 % di umidità, e il buon Max nel suo caracollare solleva nubi di ferocissime zanzare tirannosauro.
Nuova fuga al riparo dell'antiaerea a Flit della Legione, si decide di cenare in loco.
Finalmente si torna umani, la piccola beduina si ricorda di avere tre anni e pianta la dovuta "tigna", vuole la pizza.
Le perfette salmerie Legionarie gliela procurano in pochi minuti, gli altri si scialano un freschissimo prosciutto e melone e macedonia di frutta.
Continua il tamtam di el Rossel, che convoca i Bedù, ma ormai anche la forte fibra degli uomini del deserto sta cedendo. El Nonn e consorte rispondono seccamente di no, el Asterix riempie un tovagliolo di carta con le indicazioni di dove "non" deve andare, la dolcissima Eta Beta comincia a sbavare dalla disperazione e anche Cico non ne può più, cerca di mordere un dito a el Chiara. Alla fine rimane il solo El Asterix pronto a lanciarsi nella nuova avventura, e per dimostrare di che tempra sono gli uomini del sud, il marito di el Tessa lo accompagna.
Tutti gli altri, cammellini, bimbe, donne e anziani vanno a letto al fresco; non ci sono più i Bedù di una volta!
Kolk el Nonn
Claudio Barbanera
Torna a racconti e poesie
|