scritto da Gecoweb sul newsgroup it.discussioni.animali.cani


Certo posso raccontarti la mia vita!
Anche se non ha nulla di speciale.
Non capisco tutto questo interesse per me.
Sono un cane, solo un cane.
Ora mi vedi in questa bella gabbia, ordinata e
pulita, ho sempre l'acqua fresca e mi danno
da mangiare tutti i giorni, la mattina.
Hai ragione, non è sempre stato così.
Sono nato in una tana buia insieme ai miei fratelli e le mie sorelle.
Non ricordo molto dei miei primi giorni di vita,
il calore e l'odore di mia madre, il sapore del suo latte
la sua lingua che ci puliva....
Dopo un poco ho cominciato ad udire, poi ho aperto gli occhi,
un po' per volta ho cominciato a camminare, come tutti i cuccioli
Giocando con mia madre e i miei fratelli,
cominciai ad apprendere come ci si comporta da cani.
Ricordo che tirando l'orecchio a qualcuno di loro,
venivo aggredito a mia volta e quindi era meglio evitare;
anche se sinceramente, non sono affatto sensibile al dolore.
Sono nato così, come sono nato senza paura, di grande coraggio.
Non è un mio vanto, voi uomini la chiamate se non sbaglio"selezione".
Certo, quando mi svegliai da un profondo sonno senza più i miei padiglioni auricolari,
era una senzazione sgradevole, ma non ne ho fatto una tragedia.
Si, ero appena all'inizio della mia educazione canina,
quando fui portato via dal mio padrone, a casa sua.
Ah, mio adorato padrone! Mi faceva da madre, da fratello,da capo.
Tutti i giorni giocava con me e mi insegnava tante cose.
La sua più grande gioia era quando afferravo un oggetto che lui mi agitava davanti.
Più mordevo forte e più ci rimanevo attaccato, piu' era contento.
Un po' piu' cresciuto, mi insegno'una cosa nuova.
Legava un cane ad uno degli alberi del mio giardino e mi diceva le stesse parole che usava quando
voleva farmi mordere un pezzo di legno o una gomma.
Non ci ho messo molto a capire cosa desiderava da me il mio padrone.
Per lo piu', i cani  che mi portava all'inizio non si difendevano come facevano i miei fratellini.
Guaivano,scappavano. Mi insegnava la vera caccia, il mio padrone!
Come era felice quando vincevo la lotta ed io ero cosi'contento di renderlo felice!
Per lo piu' mi dava a mangiare sempre, dopo. Piu' vincevo, piu' mi sentivo forte.
Quando divenni adulto, dopo una giornata di digiuno,
senza giochi, anzi senza uscire dal mio box, di notte, il mio padrone mi
portava in dei posti molto affollati di gente che parlava ed urlava,
liberandomi in un recinto dove c'era un altro cane come me.
Non mi sentivo tanto a mio agio, conoscevo solo il mio box ed il mio piccolo giardino,
dove giocavo col mio padrone. Mi sbrigavo a renderlo felice perp oter tornare a casa.
A volte riportavo delle ferite che lui stesso mi cuciva.
Come si prendeva cura di me, il mio padrone!
Vincevo sempre. Fino a qualche notte fa. Io non lasciavo la presa ma neanche il mio avversario.
Di colpo è venuto il nero davanti ai miei occhi. Non ricordo nulla fino al mio risveglio.
Non riuscivo a muovermi, le mie numerose ferite non erano state ricucite.
Stavo in una macchina, non nel bagagliaio come al solito ma sul sedile posteriore. Quant'era morbido!
Seduta accanto a me c'era una femmina della vostra specie.
E mi parlava,cosi' dolcemente. Non avevo mai sentito una cosa simile!
"Povera bestia, povero cagnone!"
Non capivo quelle parole e nemmeno perchè mi passava la mano aperta sulla spalla,
l'unica parte di me che non sanguinava. Non me lo avevano mai fatto prima, questo!
Pero' mi ricordava la lingua di mia madre, che piacevole ricordo...
Mi portarono qui': sono stato pulito, ricucito e curato.
All'inizio mi tenevano sempre quella cosa di cuoio intorno al muso che non mi permetteva di aprirlo,
pero' dopo un poco anno smesso.
Sono cosi' buoni con me, anche se non mi fanno giocare ne combattere.
Il mio padrone non gli ha detto il mio nome,
cosi' mi chiamano "cagnone", invece di "Kamikaze Killer" o "Kill" come faceva lui.
Ma che importanza ha un nome, dico io! Chissà perche ci mette tanto il mio padrone, a venire da me.
Andrei io da lui, ma non mi fanno uscire! Bah, aspettero'.
Intanto per noi cani il tempo non conta. in fondo, sto bene anche qui'.
Stamattina l'uomo che mi porta la ciotola tutti i giorni, mi ha fatto di nuovo questa cosa piacevole,
mi passava la mano, leggera, leggera, sul fianco, più e più volte.
Ha sorriso quando mi ha visto scodinzolare con quel moncone
di coda che mi è rimasto. Era contento!
Cosi' ero contento anch'io. Era la prima volta che lo vedevo cosi'.
Se solo avessi saputo prima, quanto poco ci voleva,
per renderlo felice! Di solito ha uno sguardo cosi' triste quando entra
nella mia gabbia. Chissà perchè?
Noi cani siamo fatti per rendere felice l'uomo. Sono un cane come gli altri.
Con una vita da cane come gli altri, no?
Solo un cane.

Ringraziamo "Kamikaze Killer", ospite del canile municipale, classificato
"non adottabile", per la sua "canina disponibilità"


ehi, aspetta! perchè non ti fermi un'attimo e mi passi la mano sul pelo?