Alcune cose da sapere ad uso di chi vuole allevare una cucciolata

di Rossella di Palma e Denis Ferretti 

Lasciamo da parte tutte le considerazioni relative all'opportunità di accoppiare, per le quali consigliamo vivamente la lettura degli articoli pubblicati su questo sino nella sezione archivio messaggi.

Quando accoppiare.

Il calore dura generalmente tre settimane e si suddivide in tre fasi. La prima settimana (proestro) è caratterizzata da un rigonfiamento della vulva e da una congestione di tutto il tratto genitale con conseguente fuoriuscita di sangue. Il sangue che (non sempre) compare è dovuto a un'ipervascolarizzazione e non ha niente a che vedere con le mestruazioni delle donne. In questo periodo la cagna non accetta il maschio, ma manifesta un certo interesse verso i cani del sesso opposto, mostrando un comportamento decisamente civettuolo e marcando frequentemente il territorio, per rendere nota la sua condizione a tutti i maschi della zona. Con la seconda settimana del calore inizia l'estro vero e proprio. Le perdite ematiche sono sensibilmente diminuite o scomparse e la cagna cambia atteggiamento nei confronti del maschio, spostando la coda lateralmente, o talvolta alzandola, in segno d'accettazione.
L'ovulazione nei cani avviene nei primi tre giorni d'estro e gli ovuli possono sopravvivere per due giorni senza essere fecondati; gli spermatozoi, a loro volta, possono vivere tre giorni attendendo la maturazione dell'ovulo; la fertilità del maschio è però strettamente legata a una regolare attività sessuale. Gli stalloni che coprono regolarmente una o più volte al mese sono più fertili del cane di casa che fa sì e no una monta ogni due anni, purché le monte non siano fatte a distanza troppo ravvicinata.
Una monta fatta nei primi tre giorni d'estro, con un buon maschio dovrebbe quindi assicurare la fecondazione della totalità degli ovuli prodotti. Col passare dei giorni la fertilità diminuisce gradualmente: coprendo al tredicesimo giorno (terzo giorno d'estro) solo gli ultimi ovuli prodotti saranno ancora fecondabili e il numero dei cuccioli concepiti sarà limitato; al quattordicesimo giorno di calore le probabilità che la cagna possa rimanere gravida sono pressoché nulle, anche se alcune cagne continuano ad accettare il maschio ancora per qualche giorno. La terza settimana del calore (metaestro) corrisponde a un graduale ritorno alla normalità: i genitali ritornano delle dimensioni normali e l'interesse da parte dei maschi scompare. Può esserci molta variabilità individuale nella durata di queste fasi. Alcune femmine hanno calori di quattro settimane, altre di due soltanto. Alcune hanno un proestro molto lungo seguito da un estro breve, altre fanno il contrario. La maggior parte delle femmine però segue le fasi lunari, con calori di 21 giorni suddivisi in proestro, estro e metaestro della durata di una fase lunare ciascuno. Se il calore compare regolarmente in corrispondenza di una nuova fase lunare, si può star certi che l'ovulazione avrà inizio con la fase lunare successiva.
Ricapitolando, sebbene il calore duri una ventina di giorni, il periodo fertile è abbastanza limitato: normalmente dall'ottavo al tredicesimo giorno, ma con probabile piena fertilità solo dall'ottavo al decimo. Nei casi più dubbi, quando le perdite di sangue permangono durante tutto il calore o non vi sono per nulla, e comunque, soprattutto quando si debbono percorrere molti chilometri per raggiungere il maschio, è possibile verificare l'ovulazione attraverso uno striscio vaginale o con un'analisi del progesterone. Se la cagna ha calori molto lunghi o molto irregolari è meglio fare un controllo (ecografia) per scongiurare la presenza di cisti ovariche.
Consigliati per tutte invece sono invece gli esami batteriologici per assicurasi che non vi siano infezioni che possano compromettere l'esito della gravidanza. Opportunissimo, sia per il maschio che per la femmina, quello per la brucellosi, che potrebbe essere trasmessa con l'accoppiamento. E' bene valutare anche la presenza/assenza dell' herpes virus canino che potrebbe compromettere la cucciolata e se opportuno testare la cagna per accertarsi dell'assenza di filaria e eventualmente leishmania.

Alcune precauzioni per le cagne gravide

Le vaccinazioni dovrebbero essere fatte in un periodo sufficientemente anteriore al momento in cui la cagna è coperta, ma tale da evitare di dover fare richiami durante la gravidanza. E' altresì importante che la cagna sia sverminata affinché non trasmetta ai cuccioli larve di vermi durante la gestazione o l'allattamento, compromettendone la crescita regolare o provocandone addirittura la morte. Ma non si pensi che questo accorgimento basti a preservare i cuccioli dai vermi: alcuni di essi passano anche la barriera placentare, per cui i cuccioli nascono già parassitari e la loro sverminazione è sempre necessaria.
Per quanto riguarda l'alimentazione della cagna in gravidanza, non c'è molto di più da dire se non ciò che potrebbe essere intuito da una persona di normale buon senso: dalla quinta settimana di gravidanza, si deve aumentare la quantità del cibo e migliorarne la qualità, fornendo alimenti più energetici. Attenzione però a non fare ingrassare la cagna oltremodo, perché sarebbe controproducente: le cagne grasse partoriscono con più difficoltà. Nelle ultime due settimane, si consiglia, inoltre, di aumentare la frequenza di pasti.
Se opportuno chiedere al veterinario per un'eventuale integrazione vitaminica/minerale, ma senza esagerare: un eccesso di calcio potrebbe portare effetti collaterali.
La gravidanza non è una malattia e la cagna dovrebbe vivere, per quanto possibile una vita normale. Solo quando la pancia è notevolmente ingrossata si deve fare attenzione a non farla affaticare troppo, evitando corse e salti, anche se di regola questi sforzi sono spontaneamente rifiutati dalla cagna. E' però importante assicurare alla futura mamma una corretta quantità di moto. Senza esagerazioni e assecondando la sua volontà non devono mancare le frequenti passeggiate che tonificheranno la muscolatura dell'addome favorendo un parto rapido e senza problemi.

Preparazioni per il lieto evento

Nel corso della gravidanza è opportuno predisporre uno spazio adatto alla nascita e alla crescita della cucciolata. E' meglio abituare la femmina già due settimane prima del parto a dormire in questo luogo affinché, il fatidico giorno, si senta perfettamente a suo agio. Per quanto possibile, cerchiamo di intuire le sue preferenze e di assecondarle. Alcune cagne, per mancanza di istinto materno, o per alcuni, solo per minore sensibilità cutanea, a volte schiacciano i cuccioli col loro corpo. Se si intravede il rischio di questa possibilità, sono in commercio casse di legno appositamente studiate per il parto, con bordi antischiacciamento alle pareti. Non è questa la sede per richiedere un impegno, da parte degli allevatori di tutte la razze, a selezionare brave madri, morfologicamente predisposte alla riproduzione e con istinto integro. Non può però non trapelare da questo mio articolo la mia opinione sull'opportunità di conservare nel cane la capacità di riprodursi in modo naturale.
Molte cagne dimostrano di non gradire casse per il parto, ceste o giacigli scoperti e, seguendo istinti ancestrali cercano d'intanare i cuccioli in un rifugio più protetto (sotto qualche mobile, o in anfratti naturali). E' bene cercare di assecondare i desideri della cagna e tenere pronta, in ogni caso, anche una cuccia coperta di tipo tradizionale, nel caso fosse maggiormente gradita.
Si cerchi di accoppiare nella stagione più propizia (primavera) perché i cuccioli possano essere allevati come in natura, evitando il più possibile interferire con la normale selezione naturale. I cuccioli deboli e poco vitali moriranno da soli nelle prime 48 ore dopo il parto, senza troppe sofferenze.
Se, per qualsiasi ragione, ci trovassimo nella condizione di affrontare un parto (anche non programmato) in pieno inverno o se malauguratamente il parto avvenisse in una primavera particolarmente fredda, ci sono invece serie possibilità che il parto non abbia buon esito, senza particolari aiuti da parte dell'uomo. Un accessorio molto utile in questi casi è la lampada a raggi infrarossi per il riscaldamento dei cuccioli, indicato anche in tutti i casi in cui si debbano far crescere cuccioli senza mamma.
Per quanto riguarda il momento del parto, un colloquio col veterinario ci darà chiarimenti riguardo a tutti i comportamenti che dovremmo tenere in caso di particolari emergenze.
Può essere utile tenere a portata di mano: un termometro per misurare la febbre, un orologio per verificare e annotare gli intervalli tra ogni espulsione, bilancia, forbici disinfettate, disinfettanti a base di sali di ammonio quaternario, borsa dell'acqua calda e salviette pulite. Generalmente la femmina fa tutto da sola; è bene tenersi pronti per intervenire in caso di necessità, ma se tutto procede regolarmente, è meglio non interferire.
Se decidessimo di eliminare speroni o accorciare la coda (io sono contro) è necessario organizzare un appuntamento col veterinario che coglierà l'occasione per fare un controllo generale sulla mamma e sui cuccioli.

Il parto

La gestazione dura mediamente nove settimane; per calcolare la presunta data del parto si contano, quindi, 63 giorni dalla data della monta, sempre supponendo che questa sia avvenuta in corrispondenza dell'ovulazione. Anche a causa della possibile discrepanza di alcuni giorni tra monta e ovulazione, sono documentati parti normalissimi a soli 58 giorni dopo la monta, e altri in cui si è arrivati a 70 giorni. Molte cagne partoriscono in corrispondenza dell'inizio di una nuova fase lunare.
Quando il parto è imminente la cagna diviene ansiosa e rifiuta il cibo o vomita ciò che ha mangiato. La temperatura corporea si abbassa al di sotto dei 38,5 gradi fino a 37 gradi. A volte si può già notare fuoriuscita di latte dalle mammelle che si presentano piuttosto gonfie già alcuni giorni prima. Le cagne che vivono all'aperto frequentemente scavano, quasi volessero costruire una tana e non gradissero la cuccia dove poi finiranno per partorire.
Si tratta di un comportamento atavico, dettato dal DNA di alcune zone cerebrali, retaggio del periodo "brado".
E' importante non arrecare disturbo alla cagna in questa fase. Il parto ha inizio con la rottura delle acque.
Il primo cucciolo compare invece entro due ore dalla rottura delle acque, avvolto da una pellicola aderente, che viene subito lacerata e mangiata dalla madre che provvede anche a recidere il cordone ombelicale con gli incisivi.
Di regola non si dovrebbe aiutare la femmina in quest'operazione. Se (e soltanto se!) dovessimo costatare una sua totale mancanza d'istinto, provvederemo a liberare subito la testa e massaggeremo il cucciolo per favorire il primo respiro (vedi paragrafo sulla rianimazione del cucciolo). Per quanto possibile è meglio fare tutto con le mani imitando ciò che la madre dovrebbe fare con la lingua. Le forbici, seppur sterilizzate, sono rischiose, se messe in mani inesperte o che tremano per l'emozione. . Se la femmina non dovesse nemmeno recidere il cordone ombelicale, questo va prima schiacciato con le unghie a qualche centimetro dal cucciolo, poi strappato (non con troppa forza) Lo strappo imita l'effetto del morso che ha proprietà cicatrizzanti. Se si decide di tagliare con forbici, si consiglia prima di annodare o se si hanno strumenti adatti clampare o almeno pinzare. La mancanza di istinto materno si ricollega più a un fattore fisico che mentale: si tratta di mancanza di prolattina. In ogni caso è sempre meglio escludere dalla riproduzione futura le femmine che abbiano manifestato comportamenti di questo tipo.
I cuccioli possono presentarsi indifferentemente con la testa o con il posteriore (parto podalico). Sono avvolti dal sacco come se fossero un uovo ed escono comunque facilmente.
Il parto può durare poche ore o protrarsi per un'intera giornata, anche in relazione al numero dei cuccioli, ma non ci sono regole fisse. Di norma, nasce un cucciolo ogni 15-30 minuti. Nelle primipare, nelle cagne piuttosto anziane o quando il numero di cuccioli è molto elevato l'intervallo tra un cucciolo e l'altro tende ad allungarsi.
Comunque, non è nemmeno detto che questi intervalli siano regolari: alcune femmine hanno intervalli crescenti nel corso del parto (es. 10 minuti dal primo al secondo, 15 dal secondo al terzo.. fino ad arrivare a quasi un'ora con gli ultimi nati). Altre cagne partoriscono velocemente due o più cuccioli, fanno seguire una pausa e riprendono con il resto della cucciolata. L'importante è che, una volta che il cucciolo che ha impegnato il canale pelvico, l'espulsione avvenga in poco tempo.
E possibile qualche tempo prima del parto, fare un'ecografia o ancor meglio, qualche giorno prima del parto una lastra per sapere quanti cuccioli ci sono. Tuttavia i risultati non sono mai certi e un cucciolo può sempre non essere visto. Capiremo quando il parto è finito dall'atteggiamento della femmina ha un'espressione rilassata e spesso si addormenta allattando.
Ogni placenta (1 per cucciolo) viene generalmente espulsa nell'arco di 15-30 minuti ed è prontamente mangiata dalla cagna. Questo comportamento corrisponde a un istinto ancestrale che ha la finalità di eliminare ogni traccia che possa attirare predatori. Mangiando le placente, inoltre, la madre provvede a una reintegrazione proteica che favorisce la produzione del latte. Perciò è' bene lasciarglielo fare. Sarebbe bene, se possibile, controllare se il numero di cuccioli partoriti corrisponda al numero di placente espulse. Infatti, qualora, malauguratamente, la placenta dovesse essere ritenuta, si deve interpellare il veterinario senza indugio: per la cagna potrebbe anche essere fatale.

Parti problematici

Non sempre tutto procede regolarmente. Ci troviamo di fronte ad una situazione "problematica" se:
a) ci sono 20/60 minuti di forti contrazioni senza la nascita di alcun cucciolo
b) passano più di 4-6 ore dalla nascita di un cucciolo all'altro
c) non vi sono nascite 24 ore dopo l'abbassamento della temperatura corporea
d)la gestazione è durata più di 70 gg dal primo accoppiamento o più di 60 gg dal primo giorno di diestro.
Trovandosi di fronte a situazioni simili il veterinario può tramite, palpazione, esame vaginale e eventualmente radiografia valutare la posizione in cui si presentano i feti e la loro grandezza. Se appaiono correttamente posizionati e di taglia non eccessiva rispetto al canale del parto, si può attendere ponderando l'eventuale somministrazione di appositi farmaci per aiutare le contrazioni, a seconda delle valutazioni del veterinario.
In certi casi di malposizionamento o taglia eccessiva si valuta la possibilità di effettuare un cesareo.
Di fronte ad un cucciolo che sta uscendo ma che fatica ad uscire (la pozione più problematica è se il cucciolo si presenta di "spalla")
Meglio manipolare piuttosto che tirare. Si tiri solo in caso di presentazione cefalica o podalica e lo si faccia in concomitanza delle contrazioni. Non si tiri dalla testa o dal collo, ma si cerchi di far presa, molto delicatamente, sul corpo o, in casi estremi, anche sugli arti, ma procedendo molto delicatamente. La stesso procedimento è indicato anche per i cuccioli rimasti chiusi nelle placente.
Se, una volta estratto il cucciolo ci si accorgesse che questi non respira, si seguano le seguenti istruzioni:
1) liberare le vie aree aprendo delicatamente la bocca con un dito e, se necessario, usare una peretta per aspirare i liquidi nelle vie aeree. Mettere il cane a testa in giù può aiutare la fuoriuscita del liquido dai polmoni;
2) soffiare delicatamente (e non eccessivamente) mettendo la bocca sul cucciolo in modo di soffiare sia nel suo naso che nella sua bocca;
3) controllare la presenza del battito cardiaco (con le dita o con lo stetoscopio) se il battito è assente premere rapidamente e rapidamente sul cuore (la posizione la si trova in prossimità del gomito sx) , premere e lasciare velocemente: la frequenza dei battiti di un cucciolo varia dai 120 a oltre i 180 al minuto.
Ogni 15-20 secondi soffiare di nuovo nella bocca e nel naso. Controllare ogni minuto se il battito è presente.
Proseguire per 5 minuti con la rianimazione cario polmonare; se il cuore non inizia a battere autonomamente in questo lasso di tempo, c'è poco da fare.
Se il cuore batte lentamente cercare di stimolarlo strofinandolo con una salvietta e continuare queste procedure per circa 20 minuti. Si può anche dare qualche goccia di atropina sulle mucose o somministrare cortisone in piccolissime dosi.

Dopo la nascita.

Alcuni giorni dopo il parto, possono comparire perdite di materiale bruno-rossastro che possono durare fino a due o tre settimane, calando in quantità e presentandosi sempre più scure. Alcune cagne, in seguito al parto possono perdere una notevole quantità di pelo. Questo è dovuto alle secrezioni acide al momento del parto. Per ovviare all'inconveniente, si possono fare spugnature con una soluzione di acqua e bicarbonato. In ogni caso, la cosa non deve preoccuparci più di tanto: il pelo ricrescerà senza problemi tornando ad essere quello che era in 4 o 5 mesi.
Ci si preoccupi già dai primi giorni a tenere la cuccia pulita e igienizzata il più possibile. Benché la stessa cagna provveda alla pulizia dei cuccioli, le sue cure non sono certo sufficienti ad evitare infestazioni di parassiti.
Per sincerarsi che tutto proceda regolarmente è consigliabile tenere sott'occhio il peso dei cuccioli, annotandone la crescita.
Il primo latte della cagna è detto colostro e ha un'importanza fondamentale per i cuccioli, poiché contiene anticorpi materni che vengono passati al cucciolo. Gli anticorpi sono presenti nel colostro la cui produzione avviene per un periodo variabile tra le prime 36- 48 ore dopo il parto.
L'immunità fornita dal colostro è un'immunità "passiva" in quanto gli anticorpi vengono importati dal corpo della madre e non vengono prodotti direttamente dal cucciolo. L'immunità "passiva" a differenza dell'immunità "attiva" (suscitata direttamente dalla malattia o dal vaccino) ha durata limitata nel tempo (poche settimane) e di efficacia variabile. La quantità di anticorpi presenti nel colostro è infatti legata al tipo e alla concentrazione di anticorpi presenti nella madre. Se una cagna non è stata vaccinata per una particolare malattia (o non ha elaborato difese naturali per la stessa) il cucciolo non sarà protetto. I "titoli anticorpali" indicano orientativamente la qualità e il tipo di anticorpi presenti nella madre: in linee generali un titolo elevato si associa ad un maggior numero di anticorpi presenti e garantiscono quindi una miglior protezione al cucciolo.
Nella normalità, le femmine allattano per quasi due mesi, anche se è opportuno iniziare a integrare l'alimentazione dei cuccioli con pappine ad alto contenuto proteico e facilmente digeribili già dopo trenta giorni, o addirittura prima in caso di cucciolate particolarmente numerose. La produzione del latte comporta un notevole dispendio d'energie per la cagna. L'alimentazione deve essere energetica, abbondante (circa 2-4 volte la dose normale) e ricca di alimenti ad alto contenuto di calcio. Una corretta alimentazione a volte non è sufficiente a evitare tutti i problemi che possono anche essere dovuti a fattori metabolici e a una predisposizione della cagna.

L'allattamento artificiale

Se la cagna non avesse latte, si consiglia la somministrazione ai cuccioli di un preparato polivitaminico per poi proseguire l'allattamento artificiale con latte in polvere in commercio nei negozi specializzati; un metodo molto approssimativo per riprodurre il latte di cagna è mescolare latte di mucca diluito e tuorlo d'uovo. Molti cuccioli sono sopravvissuti a questa alimentazione, che è certamente meno idonea del latte in polvere specifico per cani.
I cuccioli dovrebbero essere allattati ogni due ore utilizzando un biberon di giuste dimensioni. Man mano che i cuccioli crescono il latte sarà integrato con pappe a base di carne o appositi cibi per lo svezzamento dei cuccioli, seguendo indicativamente la tabella dietetica preparata dal veterinario, ma regolandosi anche sulla taglia , la fame, ed il temperamento del cucciolo. All'età di circa 2/3 settimane i cuccioli inizieranno a bere acqua. Nel malaugurato caso in cui cuccioli dovessero crescere senza madre è necessario anche massaggiare regolarmente la zona genitale dei cuccioli con una spugna umida per favorire la minzione e la defecazione. I cuccioli poppanti, infatti, non sono in grado di provvedere autonomamente a regolare le loro funzioni corporee che sono provocate dallo stimolo esterno apportato dalla madre quando li lecca per tenerli puliti.

La tetania da ipocalcemia

La tetania da ipocalcemia si presenta genericamente da 1 a 3 settimane dopo la nascita, ma può manifestarsi anche nell'immediatezza del parto Può colpire tutte le cagne, anche se le indagini più recenti attestano una maggior frequenza nelle razze di piccola taglia, specie al primo parto, e nelle cagne che partoriscono un numero elevato di cuccioli. Le cagne colpite da questa patologia mostrano segni di nervosismo, rigidità muscolare, appaiono disorientate, hanno un'andatura molto rigida, respiro accelerato e innalzamento della temperatura, tachicardia, si strofinano contro i muri. Possono essere salvate solo con un intervento tempestivo del veterinario, che somministrerà in endovena un preparato a base di calcio e glucosio. Nella convalescenza è necessario somministrare integratori di calcio, dare un'alimentazione ricca di questo elemento ( latte, formaggi, ricotta) e interrompere l'allattamento nei casi più gravi e resistenti alle terapie, cosa tutt'altro che facile in un periodo in cui l'istinto materno è così fortemente radicato e con cuccioli non ancora indipendenti e psicologicamente vulnerabili. Se siamo fortunati potremo trovare una balia e i piccoli non avranno a soffrirne. Per la madre invece è una sofferenza atroce, venire separata dai cuccioli anzitempo. Per questo, almeno con le razze più a rischio, è bene farsi prescrivere dal veterinario dei farmaci di sostegno e degli integratori alimentari che servano come prevenzione per i problemi sopraddescritti.
Nel caso una cagna abbia avuto in passato problemi in gravidanza, quali crisi convulsive, insufficienza renale, e perdita di albumine con le urine è probabile che questi si ripetano con le cucciolate future. In questi casi la somministrazione di calcio durante la gravidanza va ben valutata, al contrario di quanto si possa pensare, può essa stessa essere un fattore predisporre a questi problemi.
Inoltre, l'integrazione di calcio deve essere opportunamente combinata con il fosforo. La dose ideale è 1:1 (una parte di calcio e una di fosforo). Alcune ricerche hanno dimostrato che i cibi industriali ricchi di soia possono favorire l'ipocalcemia poiché alcuni componenti della soia (fitati) si combinano al calcio rendendolo indisponibile. E' bene controllare che il cibo con cui si alimenta la cagna abitualmente non contenga elevate quantità di soia.

Cura dei cuccioli e prime vaccinazioni

La prima sverminazione dei cuccioli può avvenire all'età di 2 settimane da ripetersi poi a 4, 6 e 8 settimane. Quando si procede alla sveriminazione dei cuccioli è bene effettuare lo stesso trattamento anche sulla madre. Bisogna inoltre fare attenzione a non diventare noi stessi (o chi entra in casa) "veicolo" di trasmissione di infezioni pericolose. Se si frequentano luoghi dove vi sono altri cani (canili, ambulatori veterinari, mostre, parchi ad alta densità canina ecc), è opportuno cambiarsi le scarpe (e se possibile disinfettare le suole con candeggina). Certi virus, come il Parvovirus (parvovirosi) sono molto resistenti e si attaccano anche alle gomme dell'auto.
La prima vaccinazione si effettua generalmente intorno alle 8 settimane , ma è possibile in caso il rischio di contrarre la parvovirosi (e/o il cimurro) sia elevato, vaccinare i cuccioli con speciali vaccini, generalmente chiamati "Puppy", all'età di 6 settimane. Se i cuccioli sono nati nella stagione estiva e in zone a rischio, il primo trattamento antifilarico può essere effettuato all'età di 8 settimane.
Un'altra cosa a cui occorre badare è la mastite, sintomo di un'infezione che può essere trasmessa ai cuccioli durante l'allattamento. E' opportuno controllare quotidianamente i capezzoli. Se risultano arrossati, di colore anomalo, induriti e se vi è fuori uscita di pus ci si trova di fronte ad una mastite. Se la mastite interessa una singola mammella ed è presa agli inizi sono possibili trattamenti locali, se il problema interessa tutti (o la maggior parte) dei capezzoli è necessario interrompere temporaneamente l'allattamento e farsi descrivere dal veterinario antibiotici idonei al trattamento.

Conclusioni

Malgrado tutte queste possibili difficoltà ipotizzate, lo scopo di quest'articolo non è certo quello di scoraggiare chicchessia dal far riprodurre la propria femmina, ma solamente quello di dare un'informazione per quanto possibile completa, che serva a non trovarsi impreparati davanti ai più malaugurati imprevisti. Vorremmo, perciò, chiudere con una nota d'ottimismo, ricordando che solo un numero molto limitato di razze presenta un'alta incidenza di problemi di parto e che la maggior parte delle cagne partorisce e alleva senza problemi. La crescita di una cucciolata, per quanto impegnativa e faticosa, resta sempre una delle più belle esperienze in campo cinofilo.