GENTE DA SHOW
Il folle mondo degli espositori, raccontato da un commissario di ring.
L’ANSIOSO
- Parte da casa alle 4 del mattino. Alle 8 è *già* davanti all’esposizione della sua città.
- Di solito ha razze molto comuni (husky, boxer, maremmano). A volte lo si vede guardare i malamute, bullmastif o i montagna dei pirenei con espressione sconsolata: “Guarda quelli! Lo sapevo! Non vincerò mai!”. Quando gli viene detto che sono razze diverse si sente risollevato.
- Dopo aver girato mezz’ora per trovare il suo ring, si piazza davanti all’entrata fino a cinque minuti prima del giudizio della sua classe….. quando si ricorda di avere lasciato il libretto in macchina.
- Entra tra gli ultimi, trafelato, sbagliando il posizionamento in ordine di numero e chiedendo ripetutamente scusa a tutte le persone e cani che incontra.
- Quando va bene ha un guinzaglio e un collare di pelle, appartenuti alle tre generazioni di cani precedenti. Altrimenti ha una corda intrecciata e il collare ricavato da una cintura da uomo tagliata. E’ però vestito da cerimonia, data l’occasione importante. Se è un uomo, ha i capelli ossigenati.
- In ring è tesissimo e attentissimo al comportamento degli altri concorrenti, per ripeterlo in modo esatto quando è il suo turno, anche se il giudice gli chiede di fare altre cose.
- Generalmente non si piazza tra i primi quattro. Ma accetta il giudizio: “per me è solo un passatempo, il mio è un cane da casa”, anche se dentro di sé pensa che il giudice sia incompetente e venduto;
- Alla fine del giudizio si piazza timidamente a bordo ring; quando, dopo molto tempo, trova il coraggio di chiedere la restituzione dei libretti, gli viene risposto un po’ bruscamente (essendo la duecentesima persona a fare la domanda): “I LIBRETTI SI CONSEGNANO ALLA FINE DEI GIUDIZI!!!! Abbiate pazienza!”
- Alle 8 di sera si rivolge a un uomo delle pulizie: “Chiedo scusa, posso andare a casa adesso o devo pagare la penale?”
L’INESPERTO
- Arriva in esposizione un quarto d’ora dopo la chiusura delle iscrizioni e domanda rilassatissimo: “Ho fatto tardi?
- Solitamente è stato iscritto da altri e non conosce la sua stessa razza. Può avere un “barboncino” (“taglia e colore?” - “Ah… è piccolo, marroncino!). Molto rappresentati sono pure i pincer ( per zwergpinscher) e i volpini (spitz!!!!). Non conoscendo la razza, impiega circa mezz’ora a trovarla sul catalogo e qui le prime sorprese: “Guarda che stupidi! Hanno messo il beagle tra i segugi!”
- Individuata la razza al catalogo, generalmente, prova a voler entrare nel ring più vicino dove gli viene spiegato che deve cercare il ring dove ci sono i cani della sua razza. Non è raro vedere proprietari di dalmata accodarsi nel ring dei setter con aria compiaciuta: “Oggi ci va bene: guarda come sono brutti gli altri!!”
- Se è fortunato, è iscritto in una classe tra le ultime ad essere giudicate e fa in tempo a entrare. L’ingresso al ring è gestito dagli altri concorrenti. Dieci minuti dopo l’entrata, la moglie porta il libretto….. delle vaccinazioni!!!! Solitamente è ripreso più volte perché non rispetta l’ordine di numero e spesso non riesce a capire le più elementari indicazioni del giudice, come andare semplicemente avanti e indietro, anziché fare il giro del ring in tondo, come ha visto fare in tv.
- di solito ha un guinzaglio inadatto alla razza presentata, a volte ha la pettorina, che viene fatta togliere al momento dell’entrata da un espositore più esperto, che gli presta il suo guinzaglio. L’abbigliamento è casual; i capelli sono ossigenati;
- Non si piazza mai tra i primi quattro e ne dà la colpa al giudice incompetente e venduto; ma poi con serena rassegnazione commenta: “tanto il mio è più intelligente!”
- Alla fine dei giudizi non è mai presente a ritirare il libretto, che viene portato in segreteria e forse spedito in seguito, per posta.
- Solitamente se ne vorrebbe andare non appena finito il suo giudizio. E’ molto difficile fargli capire che, se vuole uscire prima delle quattro, deve pagare una penale. “Ma che novità è mai questa? Siamo in un paese libero!”
IL FANATICO
- Arriva al mattino alle 8 e per le 10 ha finito di scaricare dalla macchina tutte le valigette, trasportini, beautycase, tavoli di toelettatura, sedie, tavoli, kennel e diavolerie di ogni tipo.
- Può avere varie razze. Uniche costanti il pelo lungo e il prezzo pagato per il cane, pubblicizzato a gran voce: dai 20 milioni in su; naturalmente acquistato all’estero.
- Appena arrivato, continua l’operazione di spazzolatura del cane, iniziata diversi giorni prima e proseguita durante tutto il viaggio. Questi individui hanno sempre un auto con cambio automatico: così con una mano tengono il volante e con l’altra spazzolano il cane. A bordo ring però si possono sbizzarrire con mille altri accorgimenti cosmetici: borotalchi profumatissimi, gel di ogni tipo, tinture per il colore, balsami ammorbidenti… correttori per eliminare la lacrimazione causata dal borotalco, lozioni rigeneranti per il pelo rovinato dal gel, decoloranti per sbiancare il pelo ingiallito dal phon, oli rinforzanti per sistemare il pelo indebolito dallo sbiancante.
- Fa ingresso nel ring in modo sicuro, spavaldo e plateale. Può dimenticarsi il libretto, ma non si dimentica mai la spazzola, per gli ultimi ritocchi e qualche colpetto furtivo quando il giudice è girato dall’altra parte.
- E’ vestito eccentricamente e sfoggia accessori che fanno pendant con la guinzaglieria costosissima. Se è maschio, ha i capelli ossigenati.
- In ring è generalmente corretto. Però può incazzarsi come una biscia con il concorrente che gli si avvicina troppo, distraendo il suo cane o può pretendere di dare spiegazioni al giudice circa lo stato o il comportamento del cane: “E’ così oggi perché ha sentito una femmina fuori, ma generalmente è bravissimo!”
- A volte vince. Quando perde, dà la colpa al giudice, incompetente e venduto.
- Se vince corre subito alla sua postazione a spazzolare e contraffare il cane per il ring d’onore, dimenticandosi poi di ritirare il libretto. Se non vince vorrebbe subito andarsene e si mette a fare pressione perché il libretto sia consegnato al più presto; D:“Ma quando li consegnate i libretti? R:“Alla fine dei giudizi!”
- dopo 5 minuti: D:“Ma li consegnate alla fine del giudizio di ogni razza, o alla fine dei giudizi di tutte le razze? R: Dipende dal giudice. Di solito, alla fine di tutti i giudizi!” - dopo 5 minuti: D:“senta, ma…io sono qui da sta mattina alle 8…. Non potrebbe chiedere al giudice di consegnarceli prima?”
- Alla consegna dei libretti legge il giudizio. Se c’è scritto, come a volte è capitato: “pelo di tessitura corretta, ma mal presentato può tentare il suicidio.”
IL *GRANDE* ALLEVATORE
- Arriva alle 9 a bordo del suo “Tir”, con un seguito di una ventina di cani e quasi altrettanti assistenti, handler e standisti, e tutti insieme fanno una “cagnara” pazzesca. Il momento dell’attracco è molto critico: sia i cani che gli handler non vanno mai d’accordo tra loro, e il soggetto in questione ha notevoli problemi di organizzazione: “Ehi tu, avevo detto di aspettare qua! Chi ha preso i libretti? Perché hai tirato fuori Killer che devo passare con Devil? E quello dov’è andato? Chi ha preso i libretti? Nooo! Fermo Killer!!! AGRHGHGHH!!!“
- Accertate le iscrizioni e individuato il ring, inizia a sistemare la sua postazione con gli accessori più importanti: lo striscione con il nome dell’allevamento, i volantini pubblicitari e biglietti da visita da lasciare sul tavolo, gigantografie delle foto dei propri campioni (solitamente acquistati all’estero *già* campioni)…..intanto i cani restano nei rispettivi trasportini fino a pochi minuti prima del giudizio, quando l’assistente di turno li fa uscire, dà una spazzolata veloce e via, di corsa nel ring.
- Spesso ha più di una razza. Può piazzarsi in una posizione centrale, cercando di gestire più giudizi in contemporanea o sdoppiare la postazione, affidando la gestione delle presentazioni agli handler.
- Al momento dell’inizio dei giudizi sta sempre presentando un altro cane in un altro ring. Alcune volte un assistente o conoscente chiede al giudice di cambiare l’ordine di presentazione delle varie classi. Spesso lo si vede arrivare in ritardo, trafelato, con in mano il libretto sbagliato che viene scagliato con rabbia contro il malcapitato assistente che prepara i cani a bordo ring.
- Solitamente ha una maglietta o una tuta con la pubblicità del suo allevamento. I capelli sono ossigenati.
- Generalmente il cane, che è stato chiuso dentro al trasportino fino al minuto prima, sporca sul ring. Con molta disinvoltura chiede agli organizzatori di mandare un addetto alle pulizie.
- La sua filosofia è quella di presentare il maggior numero di cani possibile, in modo da massimizzare le probabilità di vincere in una classe o nell’altra e di avere qualche successo da sbandierare ai quattro venti. Non lo sentirete quasi mai lamentarsi di un giudizio, ma solo vantarsi dei successi ottenuti. Se però, malgrado tutto, non riesce proprio a vincere niente, darà la colpa al giudice incompetente e venduto.
- Aspetta sempre pazientemente il ritiro dei libretti (sempre una marea). E spesso si offre di ritirare anche quelli degli altri: “Sì. Sì…. Questo è il cane di un amico mio… non si preoccupi glielo allungo io!”
- E’ sempre tra gli ultimi a lasciare l’expo: spesso le vendite migliori si concludono proprio a fine giornata e perché precludersi questa opportunità, con tutto quello che si è dovuto sborsare?
IL PIGNOLO
- Arriva al mattino alle 9 e mezza e subito si lamenta con gli organizzatori perché l’expo non è adeguatamente segnalata e ha faticato a trovarla, perché il parcheggio è lontano, perché è a pagamento, perché nell’expo a cui ha partecipato la settimana prima il servizio era nettamente migliore.
- Si mette in coda (sempre troppo lunga) per il ritiro del numero e del catalogo e si piazza in prossimità del ring assegnatogli, che è sempre troppo piccolo o troppo soleggiato.
- Ha di preferenza razze straniere dallo spelling difficile, che puntualmente deve assolutamente far correggere sui tabelloni a bordo ring (Drahthaar con due “a” … e l’acca sia prima che dopo… Zwergschnauzer, con esseciacca). Anche le razze con diverse varietà di pelo sono molto amate: pelo duro, pelo forte, pelo ruvido….bisogna stare molto attenti a ciò che si dice, perché non sono sinonimi!”
- Prima del giudizio chiama il commissario di ring per sapere con esattezza se il giudice seguirà il catalogo, se i Cacib verranno assegnati alla fine di tutti i giudizi o alla fine delle classi che ne permettono il conferimento, se in caso di classi numerose si faranno più gruppi o si farà un giudizio unico e ogni altro piccolo dettaglio. Saperlo subito è di vitale importanza. E soprattutto è di vitale importanza che il giudizio inizi presto: “Non si è mai vista una tale lentezza, lo scriverò una lettera di protesta all’ ENCI”.
- Gli accessori sono pochi ed essenziali. Guinzaglio leggero, collare di nylon. Abbigliamento sobrio. Capelli ossigenati.
- Sul ring è precisissimo, ma pretende altrettanta correttezza. Se un concorrente entra in ritardo e non rispetta l’ordine di numero, richiama il commissario di ring, pregandolo di stare più attento al corretto svolgimento dei giudizi. Già che c’è, non perde l’occasione per lamentarsi che i cani del ring adiacente fanno troppo casino, o che il megafono da fastidio ai cani.
- L’unico particolare che non chiede mai è “quando si ritirano i libretti”. Per lui, infatti è logico e scontato che i libretti *debbano* essere consegnati alla fine del giudizio del *suo* cane. Quando apprende che questi verranno consegnati solo alla fine di tutti i giudizi va in escandescenze, dice che è una cosa inammissibile e giura che mai più tornerà a un expo organizzata da quel gruppo cinofilo. Purtroppo non mantiene mai questa promessa.
- Alla consegna dei libretti, chiede spiegazioni al commissario o allo stesso giudice, per ogni virgola annotata sul giudizio. Il commento, sia per un giudizio positivo che per uno negativo, è sempre lo stesso: “pensate che all’expo della settimana scorsa mi è stato detto esattamente il contrario”. “Tutti uguali i giudici: incompetenti e venduti!”
- Generalmente se ne va non appena è possibile farlo senza pagare la penale. Se ne va protestando, minacciando di denuncia l’organizzazione, di fare ricorso per i giudizi e di non presentarsi mai più a un esposizione canina.
L’ESALTATO
- Arriva all’ultimo minuto e sollecita il personale addetto alla verifica delle iscrizioni di sbrigarsi perché è tardi.
- Una volta individuato il ring, dopo qualche minuto, pretende di entrare per il giudizio. Se gli si fa notare che la sua classe viene giudicata dopo, sbotta: “e quel tipo? È arrivato dopo di me, e il suo cane già lo stanno giudicando!”
- Possiede un cane alla moda, in genere di aspetto marziale (Rottweiler, Dobermann, Dogo Argentino…..)
- Prima del giudizio si mette a bordo ring a raccontare agli altri espositori le ultime imprese del suo Drago o Danko o Adolf , a scambiarsi cugginate e a chiamare, di tanto in tanto a tempo perso, i cani degli amici in ring.
- La guinzaglieria è rigorosamente in pelle e borchiata. Giubbotto in pelle, piercing vari, anfibi…..spesso cane e padrone portano lo stesso collare. A volte hanno pesino la stessa faccia. Il padrone si distingue dal cane solo per via dei capelli ossigenati.
- La consegna dei libretti è il momento più problematico. Non di rado il libretto è stretto tra i denti, perché il padrone non riesce a tenere il cane a guinzaglio con una mano sola. Il giudizio procede tra strattoni e tentativi del cane di sbranare i vicini conspecifici. Il tutto accompagnato da una folla di sostenitori esterni che chiamano il cane a raffica, aiutandosi con sonaglietti, trombette, giochini, palloni, palline…..du palle!
- Alla fine del giudizio rimane a bordo ring a chiamare i cani degli amici. Se non ci sono altri cani conosciuti da chiamare, va con gli altri espositori dai commissari di ring, a fare pressione perché i libretti vengano consegnati al più presto.
- E sempre convinto di vincere. Quando vede il giudizio, è sempre negativamente sorpreso e cerca di abbordare il giudice per chiedere spiegazioni. “Ma cos’è che non le è piaciuto del mio cane?” Se il giudice, gentilmente, si presta a dare chiarimenti, controbatte ogni parola, cercando di rimettere in discussione il giudizio.
- Alla fine, se ne va sconsolato, contrariato e straconvinto dell’incompetenza e della malafede del giudice.
Ho scritto tutto ciò in stile scherzoso e goliardico e, malgrado questo mio resoconto possa suonare forse un tantino critico o addirittura trapelante di disprezzo verso alcuni espositori, tengo a precisare che ho sempre avuto lo stesso comportamento con tutti e mai ho fatto parola al giudice della mia opinione sul comportamento degli iscritti. Questo dovrebbe infatti restare in secondo piano perché a essere giudicato sia solo il cane, in modo imparziale e libero da influenze esterne.
Però ho una domanda per gli espositori che, mio malgrado, proprio non riesco a trattenere:
“Ma come cazzo portate sti capelli?!”
Denis
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