LE ECCEZIONI ALLE LEGGI DI
MENDEL
A cura di
Denis Ferretti
Nell’introduzione
della genetica applicata al cane, si è mostrato il funzionamento della
trasmissione semplice mendeliana. Ci sono, tuttavia alcuni caratteri che non
vengono ereditati secondo le leggi di Mendel. In alcuni casi gli F1 manifestano
un carattere esattamente intermedio a quello dei genitori (eredità intermedia);
altri caratteri sono solo parzialmente mendeliani, nel senso che il carattere
dominante si mostra leggermente attenuato rispetto a quello del genitore che lo
presenta. In molti casi, i figli possono esibire tutta una scala di caratteri
intermedi a quelli dei genitori (eredità quantitativa).
Altri
caratteri, invece, si manifestano solo in assenza o presenza di altri geni
completamente indipendenti (epistasi).
L’EREDITA’
INTERMEDIA
E’
un eredità senza dominanza. Sui testi di genetica si fa spesso riferimento ai
polli grigi. Incrociando polli neri con polli bianchi si ottiene il 100% di
polli grigi. Però dall’incrocio tra due polli grigi si avrà il 25% di polli
neri, il 50% di polli grigi e il 25% di polli bianchi. Se si è capito quanto
spiegato a proposito delle leggi di Mendel, l’interpretazione di questi dati è
ovvia.
Nel
cane questo tipo d’eredità potrebbe interessare l’orecchio eretto e quello
semieretto. Dall’incrocio di questi due tipi, si dovrebbe ottenere l’orecchio a
tulipano, cioè con un portamento perfettamente intermedio tra i due. L’orecchio
a tulipano, quindi non può mai essere omozigote e dall’accoppiamento con
qualsiasi tipo d’orecchio dà sempre anche orecchi eretti e/o semieretti.
Infatti questo tipo d’orecchio non è tipico di nessuna razza, e lo si trova
solo come difetto nelle razze a orecchi eretti o semieretti (fox terrier,
collie, pastore tedesco). Abbastanza frequente invece nei meticci.
Si
deve aggiungere, però, che il portamento degli orecchi, tra i caratteri
morfologici, è uno dei più esposti all’influenza di fattori non genetici. A
volte, basta toccare gli orecchi al cucciolo nel periodo critico per
comprometterne il portamento. Anche la lunghezza stessa dell’orecchio può
determinarne il portamento più o meno eretto, cosicché, se in presenza di
orecchi corti sembra che il portamento eretto prevalga su quello pendente, nel
caso di orecchi lunghi accade il contrario.
LA
PENETRANZA INCOMPLETA
Concettualmente
è molto simile all’eredità intermedia. In questo caso però, non avremo F1
perfettamente intermedi, ma ci sarà un carattere che prevale, anche se la
dominanza non è sufficientemente forte da mascherare completamente il carattere
recessivo. Un esempio sembra essere la
displasia dell’anca. Questa malattia, che si manifesta producendo una
sublussazione coxofemorale, è teoricamente recessiva. I soggetti eterozigoti
però sono riconoscibili all’esame radiografico e, a volte, manifestano i
sintomi della malattia solo in età avanzata. Anche in questo caso entrano in
gioco fattori esterni ambientali, come l’alimentazione, gli sforzi compiuti dal
cane, ecc. Per cui è molto difficile stabilire con certezza quanto dipenda
dalla genetica e quanto da altri fattori.
L’EREDITA’
QUANTITATIVA.
Nella
genetica del colore abbiamo già visto qualche esempio di questo meccanismo di
trasmissione. Il roano, ad esempio, si esprime con molte differenze tra un
soggetto e l’altro. Si va dal cane a fondo quasi bianco, con pochissime
punteggiature che si notano a malapena, a quello in cui i peli scuri superano
come quantità quelli bianchi, rendendo il cane simile a un grigio brizzolato.
Ma vi è tutta una sequenza continua di punteggiatura. Un altro caso di eredità
quantitativa è dato dal mantello fulvo. I cani con questo manto possono
presentare una colorazione che va dal giallo pallido al rosso carico,
attraverso tutte le sfumature e gamme intermedie.
Colori
a parte, ci sono moltissimi caratteri che dipendono da più geni.
Generalizzando, possiamo dire che si trasmettono in questo modo tutti i
caratteri in cui non vi è una divisione netta tra due caratteristiche opposte,
ma una variazione continua tra un estremo e l’altro. Esempi significativi sono
la lunghezza degli orecchi, la larghezza del cranio, l’angolatura del
posteriore, la taglia, ecc.
L’eredità
quantitativa è il risultato dell’interazione di numerosi geni, detti appunto
poligeni, ad azione cumulativa. In pratica, ognuno di questi geni apporta un
suo contributo allo sviluppo di un determinato carattere.
Per
fare un esempio semplice (solo approssimativo), si ipotizzi che un dato
carattere sia determinato da tre coppie di geni. Es. la lunghezza dell’orecchio
pendente.
Sia
AA BB CC la massima espressione della lunghezza, con orecchio che steso in
avanti, supera il tartufo e aa bb cc, la lunghezza minima, con orecchio corto e
ancora molto distante dalla commessura labiale.
Dall’incrocio
AA BB CC x aa bb cc, avremo il 100% di orecchi di media lunghezza (es, poco
oltre la commessura labiale) Aa Bb Cc.
Dall’incrocio
di seconda generazione otterremmo le seguenti combinazioni:
AA BB CC
= orecchio che supera il tartufo (tot 1,575%)
Aa BB CC
AA Bb CC
AA BB Cc
= orecchio
che arriva al tartufo (tot 9,36 %)
Aa Bb CC
Aa BB Cc
AA Bb Cc
aa BB CC
AA bb CC
AA BB cc
= orecchio
che arriva a metà muso ( tot 23.44%)
Aa Bb Cc
aa Bb CC
aa BB Cc
Aa bb CC
Aa BB cc
AA Bb cc
AA bb Cc
= orecchio che supera di poco la commessura labiale
(tot 31,25%)
Aa Bb cc
Aa bb Cc
aa Bb Cc
AA bb cc
aa BB cc
aa bb CC
= orecchio alla commessura labiale (tot 23,44%)
Aa bb cc
aa Bb cc
aa bb Cc
= orecchio che non raggiunge la commessura labiale
(tot 9.36%)
aa bb cc
= orecchio
corto, ben distante dalla commessura labiale (tot 1,575%)
Già
da questo esempio con tre sole coppie di geni, possiamo osservare come la
frequenza massima tende a distribuirsi intorno alla media e come siano pochi i
cuccioli che manifestano il carattere estremo dei nonni.
In
realtà, però, i geni che interessano questo tipo di mutazione sono moltissimi,
ben più di tre coppie. Il risultato del contributo di ogni gene può essere
valutato solo statisticamente e le diverse lunghezze potranno essere espresse
attraverso una curva Gaussiana, con la tipica forma a campana che esprime una
distribuzione con frequenza che decresce progressivamente man mano che ci si
allontana dalla media dei genitori.
Ad
esempio, accoppiando due cani di taglie diverse, pur tendendo conto delle
differenze determinate dal sesso di appartenenza, il risultato che devo
aspettarmi è che la maggior parte dei cuccioli abbia un’altezza intermedia a
quella dei genitori, che alcuni cuccioli siano più vicini alla madre o al padre
e che pochissimi cuccioli superino gli estremi dei genitori. Tanto più la razza
è selezionata, quanto più stretta è la curva della campana, cioè tanto più
omogenea sarà la cucciolata. Nell’incrocio tra cani puri ma di razze di statura
diversa, infatti, in prima generazione si hanno cuccioli con la stessa altezza.
Ma incrociando meticci di altezze diverse si avranno cuccioli con altezze
variabili che si distribuiscono intorno alla media dei genitori. Tanto più
variabili quanto più diversi erano i loro antenati.
Questo
tipo di trasmissione ereditaria interessa la maggior parte dei tratti somatici,
spesso affiancando e completando l’azione regolata dalla trasmissione semplice
mendeliana. Ad esempio, il pelo lungo, anche sulla parte anteriore degli arti e
sul muso, dove forma barba e baffi, è determinato da un gene dominante a
penetranza incompleta. Ma per ottenere un mantello di eccezionale lunghezza
come quello dello yorkshire terrier o del maltese è necessario l’intervento di
numerosi geni modificatori e occorre selezionare per molte generazioni i cani
col pelo più lungo. Allo stesso modo, il muso corto del carlino o del pechinese
è dato da una mutazione recessiva. Se si incrocia un carlino con un volpino,
tutti i cuccioli avranno il musetto allungato. Nella seconda generazione,
accoppiando tra loro i fratelli, ricomparirà il muso corto e schiacciato nella
misura del 25% sul totale della cucciolata. Ma ben difficilmente avremo musi
perfetti da carlino. Questo perché per averli è necessaria la presenza di
numerosi geni modificatori che nel volpino non sono presenti. Molti cuccioli
avranno sì un muso corto, ma senza esagerazione. Per riavere il muso di
lunghezza prossima allo zero è necessario selezionare i cani con muso più corto
per diverse generazioni. Da questo esempio si capisce perché la selezione di
certe razze sia così difficile. Basta un accoppiamento sbagliato per
compromettere anni e anni di lavoro di selezione.
L’EPISTASI
E’
chiamato in questo modo il fenomeno per il quale l’espressione di un gene viene
mascherata dall’effetto di altri geni non allelici.
Nella
genetica del colore abbiamo visto, per esempio, il fulvo ee, che è epistatico
rispetto alla serie A. Il gene A infatti è responsabile dell’estensione
dell’eumelanina a ogni parte del corpo, trasformando un cane fulvo carbonato o
focato in un cane completamente scuro (nero, cioccolato, blu o grigio). Il gene
“e”, però impedisce la formazione del pigmento eumelaninico scuro e quindi
maschera l’azione di A.
Quindi,
AA ee, e atat ee
hanno
lo stesso fenotipo. Cioè sono fulvi. Ma ognuno di loro, allo stato latente
conserva il gene responsabile della diversa espressione della eumelanina.
Quindi ogni cane fulvo, pur non manifestandolo, ha nel proprio corredo genetico
il gene del melanismo completo o quello
delle focature. Lo si scopre solo
accoppiandolo. Se i cani dell’esempio precedente, venissero accoppiati con un
focato non portatore di fulvo, si avrebbe, nel primo caso:
AA ee
X atat
EE =
Aat Ee 100% di cani scuri senza focature
e nel secondo caso:
atat ee X atat
EE =
atat Ee 100%
di cani focati
Quindi, da accoppiamenti apparentemente uguali si
hanno risultati completamente diversi.
Altre
mutazioni epistatiche sono: il bassottismo (arti sproporzionatamente corti),
che maschera l’espressione della costruzione nel quadrato o nel rettangolo;
l’anurismo (assenza della coda), che maschera la lunghezza della coda e il suo
portamento diritto o arrotolato; l’arricciatura del pelo che non si manifesta
quando questo è raso o assente; le orecchie erette, che non possono essere tali
se la loro lunghezza è eccessiva.
I
GENI LETALI
Sono
geni che possono esprimersi solo allo stato di eterozigosi, in quanto i
soggetti omozigoti non sono vitali. Parlando della genetica del colore abbiamo
già incontrato il gene M (merle) e il gene H (arlecchino). Il gene merle, in
realtà non è un gene letale, ma sub-letale. Secondo recenti studi, diventerebbe
letale solo in presenza del gene per la pezzatura bianca del mantello (s). I
soggetti a mantello solido sono vitali anche se Merle omozigoti, mentre man
mano che aumenta la pezzatura aumentano i problemi di salute dei merle
omozigoti che possono essere sordi, ciechi o addirittura senza bulbo oculare.
Nei cani a grandi macchie bianche, in caso di doppio merle, i feti non sono
vitali e vengono riassorbiti dando luogo a cucciolate meno numerose della
media.
Un
classico gene letale è invece l’assenza di pelo, tipica di alcune razze rare.
In queste razze esistono sempre due varietà: una nuda e una col pelo. Tutti i
cani nudi sono portatori di cani a pelo normale. Nel chinese crested dog, ad
esempio, accoppiando un cane nudo Nn, con un powder puff nn (cane con pelo),
non si verifica mai che tutti i figli siano nudi. Il 50% sono nudi e il 50%
hanno il pelo.
|
N |
n |
n |
Nn |
nn |
n |
Nn |
nn |
Il
doppio fattore “nudo” infatti è letale.
Dall’accoppiamento di due cani nudi Nn x Nn, si
ha:
|
N |
n |
N |
|
Nn |
n |
Nn |
nn |
Siccome
NN non nasce, ci saranno due terzi di cani nudi e un terzo di cani col pelo,
con cucciolate statisticamente meno numerose rispetto agli accoppiamenti misti.
I cani col pelo, quindi nascono sempre.
I
GENI ASSOCIATI
Tutti
i cani hanno un corredo aploide di 39 cromosomi in cui sono racchiuse le
informazioni genetiche. Tutte le altre cellule hanno 78 cromosomi, ma i gameti
fanno eccezione. Quando l’organismo ha raggiunto la maturità sessuale, infatti,
alcune cellule si differenziano in gameti, riducendo a metà il numero
cromosomico. Questa riduzione è detta meiosi. La cellula che subisce la meiosi
inizialmente raddoppia i cromosomi (la cellula madre si divide in due,
generando due cellule figlie), poi subisce due mitosi consecutive, dando origine a quattro cellule. I cromosomi passano
quindi da 78 a 156, per poi dividersi in quattro cellule da 39 cromosomi. Di
queste quattro, tre degenerano e solo una (a caso) diventerà un gamete.
Dall’unione di un gamete maschile con uno femminile si forma la prima cellula, lo
zigote, progenitore di tutte le altre cellule dell’organismo. Il nucleo dello
zigote è formato dai nuclei dei due gameti fusi insieme e per questo ha un
numero di cromosomi doppio rispetto al gamete. Settantotto, come per tutte le
altre cellule.
Salta
subito all’occhio che le mutazioni presenti, che differenziano le varie razze,
sono ben più di 39. E’ ovvio che molte mutazioni di trovino sullo stesso
cromosoma e dovrebbero quindi essere trasmesse congiuntamente. Ciò non avviene,
in quanto frequentemente durante la meiosi, i cromosomi al momento del distacco
si scavalcano e si scambiano segmenti. Questo fenomeno è chiamato crossing
over.
Nella
meiosi, infatti, dopo che i cromosomi si sono duplicati, le due coppie di
cromosomi materni e paterni si pongono a stretto contatto e i due cromosomi
interni si avvinghiano scambiandosi dei pezzi. Succede così che geni presenti
sullo stesso cromosoma vengano separati. Tanto più la loro posizione (loco) sul
cromosoma è distante, quanto più alta è la possibilità di separazione durante
il crossing over.
In
termini pratici questo meccanismo ha riscontro nel fatto che alcuni caratteri
sono spesso ereditati congiuntamente. Un esempio, potrebbe essere la probabile
associazione testa larga e orecchio pendente. Nell’incrocio boxer X pastore
tedesco, l’orecchio eretto ricompare nella F2 solo su teste mesocefale. La
testa brachicefala (larga) porta sempre orecchio pendente. Questo avviene anche
in molte altre razze. E’ difficile trovare cani brachicefali con orecchi
eretti, tant’è che la consuetudine di tagliare gli orecchi si è perpetuata, in
molti casi, anche per l’impossibilità di selezionare un orecchio naturalmente
eretto su una testa con le proporzioni desiderate. Il binomio testa larga –
orecchi eretti è infatti molto raro. Raro, ma non impossibile: il bulldog
francese, il chow chow e il chihuahua hanno orecchi eretti e testa
brachicefala. Se anche nella F2 boxer X pastore tedesco comparisse un cucciolo
con orecchi eretti e testa larga, sarebbe quasi sicuramente a causa di un
crossing-over.
IL
MOSAICISMO
E’
un’anomalia. Infatti dipende da un’irregolarità nella primissima divisione
dello zigote, che abbiamo detto essere la prima cellula che genera tutte le
altre. La prima divisione dello zigote dà origine a due cellule che dividendosi
a loro volta tantissime altre volte, generano la metà destra e la metà sinistra
del corpo. Se già in questa prima frammentazione, si formano cellule figlie con
corredo cromosomico diverso tra loro, potremo avere cani che presentano nella
metà destra e in quella sinistra una colorazione diversa. O ancora potremmo
avere orecchi di diversa lunghezza l’uno dall’altro od occhi di forma e colore
diverso.
Si
tratta di casi molto rari e imprevedibili.
RIEPILOGO
DELLE MUTAZIONI DEL CANE E DEL LORO PRESUNTO COMPORTAMENTO GENETICO
MUTAZIONI DOMINANTI
Presenza
di sottopelo
Pelo
corto
Rapporto
cranio/muso = 3:2
Assi
cranio-facciali divergenti
Assi
cranio-facciali convergenti
Testa
a mela
Dentatura
a forbice
Occhio
giallo (da lupo)
Orecchi
inseriti alti
Corpo
iscritto nel rettangolo
Bassottismo
acondroplastico
Linea
dorsale parallela al terreno
Groppa
avallata
Coda
portata alta
Piede
da gatto
Sperone
MUTAZIONI RECESSIVE
Assenza
di sottopelo
Pelo
lungo
Rapporto
cranio/muso 1:1
Rapporto
cranio/muso 2:1 o muso ancora più corto
Assi
cranio-facciali paralleli
Dentatura
a forbice rovesciata
Cranio
piatto
Occhio
scuro
Orecchi
inseriti bassi
Corpo
iscritto nel quadrato
Linea
dorsale inclinata
Groppa
orizzontale
Coda
portata bassa
Coda
arrotolata
Piede
da lepre
EREDITA’ INTERMEDIA O A PENETRANZA INCOMPLETA
Arricciatura
del pelo
Stop
più o meno accentuato
Orecchi
eretti o semieretti
Pelo
lungo su parte anteriore degli arti e muso con barba e baffi
EREDITA’ QUANTITATIVA
Taglia
Lunghezza
del pelo lungo
Muso
schiacciato
Larghezza
del cranio
Tonalità
dell’occhio scuro
Lunghezza
degli orecchi
Angolatura
dell’anteriore
Angolatura
del posteriore
Lunghezza
della coda
GENI LETALI
Assenza
di pelo.
**
Molti dei dati riportati nella tabella sono frutto di interpretazione
soggettiva dell’osservazione di cucciolate reali di cani di varie razze e
meticci. Il campione d’osservazione è molto limitato: mi scuso per eventuali
inesattezze.
CARATTERI NON SUFFICIENTEMENTE TESTATI
Sviluppo
del labbro
Dentatura
a tenaglia
Forma
dell’occhio
Occhi
azzurri, verdi e/o impari.
Forma
dell’orecchio
Forma
e dimensione del torace
Lordosi,
cifosi e dorso di carpa
Anurismo
CONCLUSIONI
Tutte
queste informazioni sull’ereditarietà dei caratteri morfologici, a molte
persone, potranno sembrare interessanti a livello di curiosità personale, ma di
scarso valore in termini pratici d’allevamento e di zootecnia. Le razze canine
infatti oggi hanno raggiunto un altissimo livello di omozigosi, quindi a nessun
allevatore potrà mai interessare, ad esempio, se l’orecchio pendente sia
dominante rispetto a quello eretto o viceversa, perché i caratteri sono già
fissati e la selezione si fa ormai su piccole sottigliezze, in molti casi
rilevabili solo da giudici esperti. E d’altra parte, non penso ci sia qualcuno
che intenda allevare bastardini con criteri selettivi.
Alcune
particolarità possono però essere d’aiuto nella selezione delle razze più
recenti, non ancora ben fissate dove ci sono ancora obbiettivi da raggiungere e
si deve fare i conti con un altro grado di disomogeneità.
Non
è escluso però che queste informazioni possano tornare utili anche per le razze
che oggi crediamo stabili e omogenee. Infatti la selezione attualmente
praticata è stata introdotta solo in tempi recenti e non si sa se e fino a
quando si possa continuare ad allevare secondo i canoni oggi seguiti. Si pensi,
ad esempio, che il primo pastore tedesco è stato registrato solo 100 anni fa. E
oggi questa razza conta milioni di esemplari in tutto il mondo. Lo stesso vale
per moltissime altre razze. E’ vero che ci sono anche esempi di razze
antichissime (il basenji, il saluki, gli spitz, ecc.). Queste però sono nate
essenzialmente per l’isolamento geografico e per un lungo periodo non hanno
avuto uno standard che fissasse i confini tra cani di razza e meticci.
Nell’antichità, si poteva distinguere una razza dall’altra nello stesso modo in
cui, anche oggi, nella nostra società
multietnica, riusciamo a distinguere un italiano da un cinese, un iraniano da
un finlandese o un watusso da un pigmeo.
Quando
le razze straniere si sono diffuse, a seguito di scambi e migrazioni di popoli,
anche in aree molto lontane tra loro, inizialmente, non è avvenuto niente di
diverso da quanto ha interessato le stesse razze umane. In America troviamo
comunità nere, italiane, cinesi, in Europa abbiamo comunità filippine o
nordafricane e nell’America latina si sono formate nuove “razze” a sangue misto
(creoli, cablocos, cafusos, amerindi)
anche senza una selezione rigorosa e voluta.
Anche
nei cani, allo stesso modo, le razze a volte si sono mantenute tali, mentre in
alcuni casi si sono mescolate ad altre, dando vita a nuove razze ancora, grazie
all’isolamento selettivo operato dall’uomo; ma fino al secolo scorso, si è
continuato a designare le razze di cani solo in base al loro impiego e al luogo
di provenienza e non erano rari gli incroci e le immissioni di sangue per
apportare caratteristiche volute. Alcuni studi sulle informazioni genetiche
presenti nei mitocondri (contenuti solo nell’ovulo femminile e non nello
spermatozoo e quindi trasmessi solo dalla madre) hanno permesso di risalire a
ritroso la linea materna di alcune razze, riscontrando numerosi scambi genici
tra razze diverse anche in tempi relativamente recenti.
Anche
per quanto riguarda le razze più antiche, quindi, il concetto di razza così
come lo intendiamo oggi, nasce con la cinologia moderna, con la redazione di standard,
l’organizzazione di expo, e l’istituzione dei registri genealogici. Da questo
momento in poi, non ci sono più state intromissioni e ognuna delle razze canine
è stata separata dalle altre per costituire una piccola popolazione a sé. Il
moltiplicarsi di razze riconosciute, però, ha fatto sì molte di esse si trovino
oggi nella stessa identica situazione delle specie a rischio di estinzione,
dove il pericolo più grande è rappresentato dalla mancanza di diversità
genetica. Malgrado i severi controlli, imposti dai club per tenere sotto
sorveglianza le patologie ereditarie più diffuse, alcune razze si sono trovate
in forti difficoltà, decimate dalla displasia, da problemi respiratori,
torsioni gastriche, problemi legati alla riproduzione e con una longevità
dimezzata rispetto ai comuni meticci, proprio a causa di una selezione “troppo
stretta”, che ha comportato l’impiego eccessivo degli esemplari imparentati
premiati in expo e con caratteristiche fisiche troppo esasperate.
I
club di razza oggi cercano di far fronte a queste difficoltà con l’introduzione
di test sempre più severi e con una selezione ancora più rigorosa. La purezza
della razza è ancora un dogma e nessun club
per ora ha preso seriamente in considerazione l’ipotesi di un
miglioramento genetico attraverso l’apporto di sangue diverso. Anzi per adesso
si sta ancora andando nella direzione opposta, dal momento che ogni anno
aumentano le proposte di inserimento nell’elenco FCI di nuove razze con la
registrazione di nuovi capostipiti. D’altronde la disapprovazione dei club di
razza verso qualsiasi meticciamento è ben comprensibile nel contesto attuale,
caratterizzato dalla coopresenza su aree molto ristrette di un numero
elevatissimo di cani così diversi tra loro. L’imbastardimento rappresenta un grosso
rischio, nella selezione di una razza: basta un accoppiamento per compromettere
anni di lavoro. Basta un solo cane per immettere un carattere recessivo non
voluto che si perpetuerà all’infinito attraverso le generazioni. Se mai si
arrivasse a ritenere opportuno l’irrobustimento della razza attraverso incroci
e apporto di nuovo sangue, come è avvenuto e avviene nella selezione di altri
animali domestici, bisognerà conoscere veramente bene il comportamento genetico
di ogni componente fisica e caratteriale e occorreranno studi ben più
approfonditi di queste mie osservazioni amatoriali.
BIBLIOGRAFIA
Dialma Balasini
“Zootecnica basi tecnico-scientifiche”
C.Longo-G.Longo-M.Filippini
“Piante, animali e microbi”
A. Capra – D.Robotti
“Cani-fantasia: cani fantastici”