LE CRISI EPILETTICHE
Se c'e' una branca della medicina, veterinaria e non, di cui si sa
veramente poco, questa e' la neurologia.
C'e' chi parla di piccolo male epilettico, di grande male epilettico, di
epilessia congenita, di quella acquisita, di questo protocollo di quest'
altro, della terapia con spavento, di trattarlo sempre, di trattarlo solo
se..... ecc. ecc.
Una teoria parla non di epilessia ma di crisi convulsive, giacche' l'
epilessia sarebbe una diagnosi precisa, ma le cause? E come effettuare la
diagnosi differenziale?
Ad esempio, un soggetto puo' diventare epilettico (o presentare crisi convulsive)
perche': ci sono stati problemi di parto, ha avuto il cimurro, ha subito un
incidente, ha una forma di tumore ecc. ecc..
Comunque, in linea di massima, coloro che parlano di epilessia concordano nel
ritenere che si possa parlare effettivamente di epilessia solo se le prime
crisi compaiono entro il sesto mese di vita.
Poi si parla generalmente di crisi convulsive.
Ad ogni buon conto lasciamo le definizioni agli "scienziati", la terapia
invece e' da tenere in considerazione giacche' i farmaci sono, purtroppo,
pesanti per gli emuntori, specie per il fegato.
Di norma in fase acuta si usano barbiturici, poi benzodiazepine (forse piu'
leggere come onere per l'organismo); altrimenti sempre barbiturici.
Accade, ed e' un riscontro bibliograficamente documentato, che soggetti con
crisi convulsive fin da cuccioli, superassero il loro problema in seguito a
violenti spaventi od alla gravidanza.
Dr. Ferruccio Gabuzzi
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