EPATITE INFETTIVA
E' anch'essa causata da un virus (adenovirus canino tipo 1), correlato ma
distinto da quello che provoca la tosse dei canili (tipo 2).
Colpisce solo i canidi e, data l'efficacia della vaccinazione, se ne
segnalano in Italia solo pochissimi casi, il cui reservoir è da ricercarsi
nei cani rinselvatichiti (e quindi non sottoposti a trattamenti
immunizzanti).
Durante l'infezione acuta, il virus è presente in tutti i tessuti ed
eliminato anche con le urine. E' estremamente resistente alla inattivazione
ed alla disinfezione, rendendo possibile la sua diffusione tramite attrezzi
ed ectoparassiti.
La penetrazione avviene per via oronasale ed a questo punto la malattia può
evolvere secondo un decorso estremamente vario per gravità, ma che coinvolge
sempre il fegato (principale organo bersaglio). Si va infatti da un'epatite
cronica attiva di durata anche notevole fino alla necrosi epatica iperacuta,
che porta a morte l'animale in poche ore.
Oltre al fegato, vengono colpiti i reni (glomerulonefrite), la cornea (edema
che crea opacamento, detto "occhio blu", uveite anteriore), l'endotelio dei
vasi sanguigni (CID, o coagulazione intravasale disseminata, che causa
ecchimosi e petecchie).
La sintomatologia è quindi varia, comprendendo febbre, vomito, diarrea,
dolori addominali, ingrossamento linfonodale, emorragie, segni di
interessamento nervoso.
I sintomi oculari possono essere concomitanti all'infezione acuta o seguire
la guarigione.
Per cambiare, il trattamento è solo di supporto alla patologia epatica. Si
può eventualmente tentare anche con un siero iperimmune, sulla cui efficacia
la bibliografia è però discordante.
Dr. Luigi Zappoli
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