"Gecoweb" <manigecoweb@libero.it>
ha scritto nel messaggio
news:8SZ47.6786$Db7.240992@news.infostrada.it...
> Ora,io non sono addetto ai lavori,però mi chiedevo una cosa da tempo.
> Se la consanguineità fissa i caratteri ,è anche vero,mi pare,che
indebolisca
> gli organismi,a lungo andare.
Non proprio.
E' un po' complicato da spiegare, ma vediamo di riuscirci senza scrivere un
trattato e senza andare troppo nel tecnico-incomprensibile: la
consanguineità non "crea" i problemi (e non indebolisce nulla), ma se
per
caso un problema esiste, diciamo che lo tira fuori. Quindi, se in una linea
di sangue c'è una tara genetica latente che potrebbe rimanere latente per
diverse generazioni, la consanguineità stretta (che si chiama "inbreeding"
e
che riguarda padri-figlie, madri-figli, fratelli-sorelle) lo mette subito
in evidenza.
Però non è che lo CREI.
> Di conseguenza,dato che sò che si accoppia anche per
"rinsanguare",
> quando ciò si applica???
> .... e per quali ragioni???
> .... i cani parenti più o meno stretti non sono più "a rischio"
salute che
> gli altri???
E' fondamentale quanto siano "più o meno stretti". Se infatti si
passa
dall'"inbreeding al "linebreeding", che è il metodo di
allevamento più
diffuso al mondo, e quindi si accoppiano parenti non di primo grado, ma che
seguono una stessa "linea"
di sangue, le tare non affiorano, i caratteri desiderati si fissano e si
creano quelli che io definisco "cani firmati", ovvero i cani che li
guardi
in faccia e capisci subito di che allevamento sono. Il che è praticamente lo
scopo di ogni allevatore.
Non bisogna pensare, però, che in questo modo si tenda a "nascondere"
le
tare genetiche: perché finché non si entra in consanguineità stretta, alcuni
problemi possono rimanere latenti in tutti i sensi, ovvero non affiorare mai
e non dare mai problemi ai cani. Ti faccio un esempio famoso: uno dei più
grandi pastori tedeschi della storia, Canto v. Wienarau, era portatore di
emofilia: la cosa si è scoperta solo allevando in inbreeding, ma questo cane
e i suoi discendenti vengono usati da trent'anni (in linebreeding) senza
che si sia più verificato un caso di emofilia. Basta evitare che i geni
portatori si "accoppino" tra loro, infatti, e la malattia non si
manifesta:
ma qui sto andando sul troppo specifico, e lassamo perde.
Comunque, il fatto di base è questo (in linea di massima): se due cani sono
assolutamente SANI, anche se accoppi madre e figlio e poi fratello e sorella
e poi zia e nipote, saranno tutti sanissimi.
Se invece c'è un problema, potrai non accorgertene accoppiando zia e nipote,
ma è quasi certo che salterà fuori appena farai un accoppiamento
madre-figlio.
> Per ottenere cani sempre simili si rischia di pregiudicarne le difese
> dell'organismo??
No, anzi: utilizzare seriamente l'inbreeding significa evidenziare i
possibili problemi in modo da poter poi lavorare
in modo di non ritrovarseli più fra i piedi (eventualmente anche escludendo
dalla riproduzione il soggetto che li ha manifestati, se sono
particolarmente gravi e geneticamente dominanti).
> La bellezza e l'omogeneità sono più importanti della salute???
NO! Ma purtroppo, come al solito, c'è qualcuno che della salute se ne
infischia. Ho sentito solo ieri un allevatore di mastini tibetani difendere
l'uso di un cane gravemente displasico "perché gli aumenta la
taglia".
Se ci fosse un minimo di controllo da parte dell'ENCI, e se a gente come
questa prendessero l'affisso e ne facessero coriandolini di carnevale,
staremmo tutti meglio. Specialmente i cani.
Ciao
Valeria