Beppo era un incrocio che all'apparenza poteva sembrare tra un pastore
tedesco ed un bassotto! Zampe molto corte e stortine, corpo robusto, testa
da PT con i colori del PT solo con un pelo un po' più ispido.
Non era quello che si dice un cane da esposizione.......ma è in assoluto il
cane più "adattato" all'uomo che io abbia mai conosciuto.
I miei genitori gestiscono una mensa aziendale presso una fabbrica. In
questa fabbrica arrivano quotidianamente camion da tutta Europa.
Ogni tanto, spesso, qualche autista, prima di ripartire, abbandona un cane.
Poi ci sono gli stessi operai che, non sapendo come sistemare i gattini li
portano lì e poi divulgano la notizia che "qualcuno" ha abbandonato dei
gattini presso il capannone....
Bene, Beppo era arrivato in fabbrica tramite camion e ci era rimasto per un
paio di settimane praticamente indisturbato vista l'ampietà degli spazi per
scorazzare e il solito buon cuore di mio padre che dà da mangiare prima al
cane e poi, se ne avanza, mangia lui:-)
In questa fabbrica, all'ombra di splendidi alberi (il giardino è proprio
bello!) c'erano anche due box per i campioni di caccia di uno dei
proprietari.
Taluek, splendido breton, aveva anche fatto amicizia con Beppo e vivevano
d'accordo...separati da una rete...
Un giorno però Beppo fece il passo falso di avvicinarsi a dei clienti in
visita e fece cadere a terra la loro bimba di 3 anni.
Senza pensarci un attimo il socio "cacciatore" (pace all'anima sua...) legò
Beppo col filo di ferro e lo portò dietro ai capannoni, col fucile
sottobraccio.
Beppo riuscì a svincolarsi (non so veramente come!) e fuggì presentandosi
(non lo aveva mai fatto prima) davanti alla porta della mensa superando
l'atrio.
Erano le 11.30 e di lì a mezz'ora il lavoro dei miei sarebbe stato
abbastanza frenetico. Mio padre non chiese a nessuno cos'era successo, vide
solo il pezzo di fil di ferro al collo del cane...se lo caricò in macchina e
lo portò a casa nostra fregandosene del lavoro.
Da quel giorno Beppo visse con noi per circa 2 anni:-))
Giorno dopo giorno cominciammo a conoscerlo.
Era indubbiamente un cane non giovane ma non seppimo mai attribuirgli
un'età.
Venne chiamato Beppo in onore di un amico di mio padre, soprannominato
appunto Beppo, che ha una barba così ispida da ricordare il pelo del cane.
Beppo aveva indubbiamente molta esperienza ed era uno spirito libero.
Si era adattato agli uomini per sopravvivenza, ma credo si ritenesse
nettamente superiore a noi. E aveva ragione.
Nel corso del tempo che visse con noi ci diede dimostrazione di conoscere
l'essere umano e le sue abitudini molto bene.
Per attraversare la strada si avvicinava ad un cancello o ad uno stop da
dove dovesse uscire un'auto, attendeva che questa partisse e poi
l'affiancava all'altezza della ruota posteriore evitando così di esserne
travolto.
Un giorno richiamò l'attenzione di mia sorella con forti abbaiate ma lei non
lo badava. Allora raccolse qualcosa dal giardino e glielo andò a portare
apoggiandolo sui suoi piedi. Era un bracciale d'oro.
Un'altra volta, quando era ancora "ospite" della fabbrica, mia madre stava
caricando alcuni oggetti sulla macchina, di fianco ad uno dei prati dove
c'erano diversi cespugli. Beppo, che la seguiva curioso, cominciò ad
abbaiare molto forte e si mise fra il cespuglio e mia madre spingendola col
dorso lontano. Mia madre che non capiva ebbe l'astuta idea di accovacciarsi
per vedere cosa ci fosse sotto il cespuglio e vide un serpente con la testa
lievemente alzata verso di loro. Poi si seppe che era una vipera e
(purtroppo) fu uccisa da alcuni operai che passavano di lì molto spesso.
Quando dovevamo uscire con l'auto dal cancello di casa era necessario che
qualcuno ci indicasse il "via libera" perchè non c'era assolutamente
visuale.
Beppo ci osservò fare quell'operazione tutte le volte finchè un giorno,
vedendo mio padre salire in macchina, si presentò davanti al cancello, si
sedette proprio nel mezzo e cominciò a guardare da una parte e dall'altra.
Poi si levò di mezzo e mio padre, incredulo constatò che non vi erano auto
in arrivo.
Non so perchè ma non osammo mai uscire senza prima controllare che non ci
fossero auto, non seppimo mai fidarci ciecamente di lui. Ma ogni volta
ebbimo la conferma che aveva capito il meccanismo.
Il periodo in cui Beppo visse con noi abitavamo in una casa con molto
giardino ed avevamo anche un PT di nome Sam regalatoci da degli emeriti
str@nzi che se ne dovevano "liberare"..... Lui e Beppo non ebbero mai un bel
rapporto. Beppo lo dominò in tutte le maniere fino al giorno in cui Sam gli
si voltò contro e gli diede una strattonata tale che barcollò per qualche
minuto.
Ma lui, a distanza, continuò a condizionargli la vita a suo piacimento.
Io, mia sorella e mio padre avevamo accettato la convivenza con quel
prepotente che abbaiava anche alle farfalle, che se alzavi la voce ti si
voltava contro e ti guardava dritto negli occhi ingutendo "rispetto". Il
cane più dignitoso che io abbia mai conosciuto.
Mia madre invece ebbe sempre un rapporto conflittuale con Beppo perchè è
senz'altro quella che, in famiglia, odia i battibecchi con i vicini. Alcuni
nostri vicini presero ad odiarci e ci tolsero il saluto a causa
dell'abbaiare del Beppo.
Ma non ci denunciarono mai. E questo avrebbe dovuto dirci molto.
Se uno che è, a sentir loro, esasperato dal rumore che il cane provoca non
si rivolge a chi di dovere vuol dire che ha in testa altri mezzi.
A volte Beppo si assentava per giornate intere facendo dei buchi alla
recinzione che "quotidianamente" veniva rattoppata.
Un giorno se ne andò e non tornò più.
La prima ad essere accusata di canicidio fu, ingiustamente, mia madre.
Non mi perdonerò mai per averle attribuito un fatto del genere e credo non
ci abbia mai perdonati per averlo sospettato. Ma avevamo tutti bisogno di
dare la colpa del fatto a qualcuno.
Cominciò la ricerca disperata del cane che dura tutt'ora...
Non seppimo mai che fine avesse fatto. Forse i vicini??? Forse semplicemente
se ne andò per la sua strada come era arrivato....
Mi manca da morire.
Se penso a lui mi ritornano forti emozioni e quel grande senso del rispetto.
E' stato una figura importante della mia adolescenza e a volte vorrei
assomigliargli un po'. Vorrei, come lui, saper lasciare in chi incontro un
segno così forte ed indelebile.
Un anno dopo la sua scomparsa (che successe ad inizio giugno) mia madre lo
sognò che ritornava a casa accompagnato da una cagnetta e che le diceva:
"Spero che, nonostante tutto, avrai il cuore di dare da mangiare anche a
lei...."
Da poco tempo ho smesso di serbare rancore ai nostri ex-vicini.
Solo perchè Beppo sarebbe stato superiore e giusto, se non avesse avuto le
prove non si sarebbe azzardato ad accusare nessuno.
Dall'alto della sua esperienza preferiva insegnare piuttosto che giudicare.
In questo periodo dell'anno mi torna in mente insistentemente e mi accorgo
di non essermi ancora rassegnata alla sua perdita.
Penso che se ne sia andato perchè ormai ci aveva educati a dovere e che sia
andato ad insegnare umiltà e rispetto a qualcun'altro. O almeno lo spero.
Ma mi manca tanto lo stesso.
Ho cercato l'espressione dei suoi occhi in molti altri animali ma non l'ho
mai ritrovata.
L'ho cercata nelle persone e finalmente l'ho rivista.
Se qualcuno si chiedesse ancora se è giusto attribuire atteggiamenti umani
agli animali io rispondo che è una stupidaggine.
Esistono solo persone in grado di "assomigliare" agli animali.
Un bacio a Beppo sulla fronte, una grattatina dietro alle grandi orecchie e
un abbraccio forte a quella persona che gli somiglia nella speranza che
almeno quest'ultima rimanga nella mia vita per sempre.
Non chiedo scusa per la lunghezza dello sfogo, voi mi capite e ve ne
ringrazio.
Fà tremendamente bene condividere le proprie emozioni.
Ciao,
--
Martina e Teddy